“Facciamo un’operazione verità sui numeri”. La premessa di Rosario Crocetta è propedeutica ad una domanda (scontata, per carità) che poi seguirà: si ricandida?

Il governatore, a margine della firma con il guardasigilli Andrea Orlando per la realizzazione della cittadella della  giustizia di Catania nell’ex palazzo delle Poste, risponde ai cronisti e traccia un bilancio della propria amministrazione quando manca poco più di un anno alla scadenza naturale del mandato.

“Guardate, nel 2012 il bilancio consuntivo della Regione era meno 2 miliardi di euro, mentre al 31 dicembre 2015  abbiamo avuto più 637 milioni, significa che abbiamo tagliato tre miliardi di sprechi”,  arringa Crocetta iniziando a snocciolare numeri.

“Il Pil aveva perso 14 punti in 7 anni, circa due all’anno – continua il presidente della Regione – mentre nel 2015  ha avuto un incremento dello 0,4 per cento e ora viaggia attorno all’uno per cento”.

Altro capitolo della rapida operazione verità di Crocetta sono i fondi europei. Il governatore comparando i dati sostiene che fino al dicembre 2013 “era stato speso il 12, 5 per cento in cinque anni, cioè due punti e mezzo l’anno, adesso – dice – li abbiamo spesi tutti e abbiamo fatto questo lavoro in due anni e mezzo!”

Crocetta allarga il petto e afferma che “non restituiremo un centesimo a Bruxelles” e che “è già partita la nuova programmazione”. Il governatore anticipa anche che “a breve partirà  il Patto per il Sud, un accordo complessivo con lo Stato di circa 9 miliardi,  di cui 2mld 320 milioni verranno spesi già nel 2016-17”.

E poi prosegue ricordando altre azioni: “Abbiamo avviato riforme importanti sul piano della semplificazione, abbiamo ridotto i dirigenti di un terzo…chi lo avrebbe potuto immaginare che si potesse fare in Sicilia…”

Insomma per Crocetta ci sono “tutti i segni e la possibilità per una Sicilia che si riprende”, ma riconosce che “ci sono questioni gravissime che non possiamo fare finta che non esistano”.

Così il presidente della Regione ricorda “il tentato omicidio al presidente del Parco dei Nebrodi, gli incendi di questi giorni”, ‘il precariato’:   “Sono tutti problemi che abbiamo ereditato e li dobbiamo risolvere definitivamente”.

I giornalisti prendono appunti e dopo avere ascoltato “l’operazione verità” formulano la domanda: allora si ricandida?

“Non capisco perché non mi dovrei ricandidare…”, risponde Crocetta con un sorriso.

“A quanto pare ci saranno Musumeci e Cancelleri”, ribadiscono i cronisti: “Beh, c’erano anche l’altra volta e sono stati sconfitti! Se uno se la cerca che vuole..”, ribatte il presidente della Regione abbandonandosi ad una risata.

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