Ennesimo caso di maltrattamenti familiari a Catania.
Lo scorso 26 novembre arrivavano, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Garibaldi Centro di Catania, due donne, rispettivamente madre e figlia.
A quest’ultima, dopo le cure prestate dai sanitari di turno, venivano riscontrate lesioni giudicate guaribili in 40 giorni, per una frattura scomposta alla mano destra, mentre, per le ferite riportate dalla madre, veniva formulata una prognosi di 10 giorni.
Le due donne, riferivano che le lesioni erano scaturite da un fatto accidentale. La sera del successivo 27 novembre, le donne presentavano una denuncia/querela presso gli uffici del Commissariato Centrale precisando che le lesioni in argomento erano state loro inferte, a seguito di aggressione, dall’ex convivente della madre e dal figlio dell’uomo.
Entrambi gli uomini risultavano già gravati da precedenti di Polizia.
Nella circostanza le vittime precisavano che, a seguito del violento episodio, il padre del giovane le aveva accompagnate, la stessa sera del 26 novembre presso il Pronto Soccorso dove le donne, intimorite dalla presenza dell’uomo, avevano taciuto sulla vera causa delle lesioni che avevano subito.
I poliziotti, dopo aver raccolto tutti gli elementi informativi, le prove testimoniali ed i relativi riscontri, in data 29 novembre, denunciavano i due, padre e figlio, alla Procura della Repubblica presso il locale Tribunale, richiedendo per il primo l’adozione di idonea misura cautelare, data la gravità dei fatti accaduti.
Risultava, successivamente, che all’episodio del 26 novembre, era seguita anche, due giorni dopo, una intimidazione tramite interposta persona, da parte del padre verso le parti offese, alle quali intendeva imporre di ritirare la denuncia.
Gli episodi di violenza narrati erano stati preceduti, negli anni scorsi, da altri di analoga natura, ai danni della convivente, per i quali il lo stesso uomo era stato destinatario di provvedimenti restrittivi.
Nei confronti dell’uomo, era stato, inoltre, emesso provvedimento di ammonimento questorile nel 2014.
La Procura della Repubblica, sulla scorta degli elementi di prova forniti nella comunicazione della notizia di reato, ed accogliendo la tesi accusatoria del personale del Commissariato Centrale, richiedeva al GIP del Tribunale di Catania l’applicazione della custodia cautelare in carcere per il padre e il divieto di avvicinamento alle parti offese per il figlio dell’uomo.
Lo scorso 9 dicembre, il GIP emetteva l‘Ordinanza di applicazione di misura cautelare, con la quale disponeva, per entrambi, quanto richiesto dal P.M.
Nelle prime ore della mattina del giorno 11 dicembre il personale di polizia, eseguiva l’Ordinanza restrittiva a carico del figlio, mentre non si riusciva a rintracciare il padre.
Gli immediati servizi info investigativi approntati dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato “Centrale”, permettevano, nel primo pomeriggio di giorno 12 dicembre, di localizzare l’abitazione dove verosimilmente si trovava l’uomo ricercato.
I poliziotti dunque accedevano all’abitazione posta al primo piano di un edificio, dove effettivamente si trovava l’uomo, il quale tentava la fuga uscendo da una finestra dell’abitazione ed entrando nel palazzo contiguo.
L’immediata reazione del personale operante, che si lanciava all’inseguimento a piedi, consentiva di bloccare il fuggitivo all’interno del corpo scala di tale stabile.
L’uomo, che non ha opposto resistenza all’arresto, è stato condotto in ufficio, per le incombenze di rito, e successivamente trasferito presso la locale casa circondariale di Piazza Lanza.
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