Pezzi di auto in bella mostra in un negozio di autoricambi ma di probabile origine furtiva. Ad accertarlo i militari del nucleo radiomobile del reparto operativo di Catania, a conclusione di una mirata attività info-investigativa. Denunciato per “ricettazione” il titolare dell’attività di autoricambi, con precedenti, la cui attività commerciale è situata nella zona di via Zia Lisa a Catania.
Il controllo
In particolare, nel corso del controllo operato dai militari dell’arma nel punto vendita, rinvenuto e sequestrato un consistente quantitativo di pezzi di ricambio di verosimile provenienza illecita. Lo stesso proprietario del negozio non è riuscito a dimostrare il legittimo possesso dei pezzi di auto e la reale provenienza. Nel dettaglio trovati uno sportello anteriore sinistro di una “Jeep” modello “Renegade”; 6 cerchi in lega e 6 gruppi ottici di autovetture del gruppo Fca. Ed ancora 2 gruppi ottici anteriori marca “Ford”. Il tutto del valore di oltre 3 mila euro.
Controlli a tamburo battente
La denuncia del ricambista è solo l’ultima di una serie da parte delle forze dell’ordine nella provincia Catanese. Infatti da qualche tempo i carabinieri del comando provinciale di Catania stanno proseguendo nell’ampia azione di contrasto ai furti e alla ricettazione di parti di autovetture o motoveicoli. Si è registrata negli ultimi anni una recrudescenza di questo tipo di reati collegato ad un fiorente mercato nero di ricambi d’auto. I pezzi più pregiati sono centraline, catalizzatori, sportelli, cerchi e gruppi ottici di utilitarie e citycar, ma anche bauletti e parabrezza di scooter.
I pezzi ambiti
Un fenomeno delinquenziale complesso, che trae origine da diversi fattori. Come ad esempio la ridotta possibilità di reperire sul mercato lecito ed in tempi brevi i pezzi di ricambio che necessitano all’interno di chip o cavi elettrici. Pezzi divenuti di difficile produzione a causa del conflitto ucraino. Molto ambite anche le marmitte catalitiche, composte da metalli pregiati quali il rodio o il palladio, per citarne alcuni, il cui valore arriva ad aggirarsi anche a qualche centinaio di euro al grammo.
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