Ogni giorno che passa i numeri si rincorrono sui tagli della Pfizer nel polo produttivo di Catania. Secondo quanto trapela oggi, dalle pagine de “Il Sole 24 ore”, questi esuberi addirittura potrebbero riguardare ben 240 unità impiegate in territorio etneo, di cui la maggior parte con contratti a tempo. Dunque a questi non verrebbe rinnovato il contratto, agli altri invece sarà proposto il trasferimento verso l’industria di Ascoli Piceno che al contrario l’azienda farmaceutica sta potenziando.

Da settimane il vento gelido dei licenziamenti

Pfizer dal suo canto ha già sostanzialmente deciso. Lo ha reso noto in un comunicato nei giorni scorsi evidenziando da una parte la il ruolo “fondamentale dello stabilimento di Catania”, ma dall’altro la necessità di un intervento di modernizzazione, con un ulteriore investimento di 27 milioni di euro nei prossimi tre anni, che però dovranno tenere conto “anche al calo della domanda dei volumi produttivi di un antibiotico iniettabile”, ed è quello che porterà alla riduzione dell’organico.

La preoccupazione dei sindacati

Almaviva, Pfizer, raffineria di Milazzo e petrolchimico di Siracusa: in una  sola settimana dall’apparato produttivo siciliano sono giunti segnali allarmanti che rischiano di tradursi nella perdita di migliaia di posti di lavoro”. Sono la parole del segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino. “Siamo di fronte al crollo dell’apparato produttivo, – aggiunge – settori come il commercio e il turismo arrancano, non c’è stata una inversione di tendenza e temiamo che anche con il Pnrr, che peraltro in settori come i trasporti non presenta risorse aggiuntive, non si disegni una prospettiva di sviluppo. Oggi, stando così le cose, la Sicilia rischia di avere il colpo di grazia dalla pandemia con il baricentro del paese che si sposta sempre di più a Nord e noi qui al sud sempre più isolati economicamente ma anche fisicamente a causa di un sistema dei trasporti inadeguato”.

I numeri dello stabilimento Pfizer a Catania

Realizzato nel 1959, recentemente è stato potenziato il suo ruolo nella produzione di farmaci iniettabili sterili anche generici. Secondo quanto certificato nel proprio sito internet dalla stessa azienda, la superficie di produzione si estende per 140.000 metri quadrati, di cui circa 27.000 coperti. E’ un sito specializzato nella produzione di antibiotici parenterali di prima linea per uso ospedaliero, penicillinici e non penicillinici. Il suo volume di produzione è pari a circa 24 milioni tra flaconi e siringhe e conta un centinaio di mercato dove esporta.

La deputata Foti: “Comportamenti antisindacali”

“Nonostante i miliardi e miliardi di euro incassati con i vaccini, – attacca la deputata regionale Angela Foti di Attiva Sicilia – Pfizer ha deciso di licenziare 130 lavoratori catanesi. Intollerabile l’atteggiamento della multinazionale, l’Italia gli ha versato veri e propri pezzi del nostro PIL, e invece di investire in ricerca e produzione nel nostro Paese, decidono di lasciare a casa 130 padri e madri di famiglia e, addirittura, con comportamenti antisindacali. Chiedo al Ministro del Lavoro Andrea Orlando di convocare urgentemente un tavolo con l’azienda per affrontare immediatamente quella che sarebbe una ecatombe occupazionale – conclude Foti -. Ci piacerebbe che al tavolo partecipasse anche il ministro della Sanità così per ricordare a questi signori quanto hanno incassato in questi anni dai contribuenti italiani”.

L’amministrazione comunale: “Serve tavolo tecnico”

“E’ necessario che quanto prima il governo nazionale e in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico attivi un tavolo tecnico e di confronto con le forze sindacali, istituzionali e l’Azienda, per fermare il surreale piano della Pfizer di depotenziare il sito catanese ricorrendo persino a inaccettabili licenziamenti di personale, proprio mentre la stessa impresa ha assunto un fruttuoso ruolo centrale nel mondo con la produzione di miliardi di vaccini”. Lo scrive in una nota l’amministrazione comunale di Catania in merito all’annunciata decisione della Pfizer di licenziare 130 unità di personale dal sito etneo. “Sia l’amministrazione comunale che quella Regionale – prosegue la nota – hanno dato ampia disponibilità a sostenere il rilancio dello stabilimento di Catania ma tocca anzitutto al Governo centrale pretendere spiegazioni di scelte che appaiono incomprensibili scongiurando anzitutto i licenziamenti, a fronte degli investimenti di 27 milioni che non garantirebbe neppure il mantenimento della funzionalità del sito etneo. Nei mesi scorsi peraltro il sindaco e tutta l’Amministrazione comunale, anche di recente, hanno rilanciato l’opportunità di sfruttare le potenzialità del sito produttivo di Catania che avrebbe anche le professionalità necessarie per realizzare in tempi brevissimi un polo per lo sviluppo e la fabbricazione di vaccini e prodotti farmaceutici di ultima generazione, in sintonia alle sollecitazioni giustamente espresse da tutte le organizzazioni sindacali”.

L’orientamento del consiglio comunale

Già lo scorso 2 Novembre il consiglio comunale all’unanimità ha approvato un ordine del giorno per impegnare il sindaco a farsi portavoce, a livello nazionale, per l’impiego di risorse del Piano di Ripresa e Resilienza che possano garantire di affrontare le minacce presenti e future al diritto alla salute e alla vita dei cittadini, in cui Pfizer Catania può giocare un ruolo fondamentale, anche a favore di tutta l’area del Mediterraneo, al fine di riconoscere concretamente il ruolo strategico dell’industria del farmaco in terra d’Etna, favorendo l’implementazione di una Farma Valley Catanese con l’utilizzo di fondi comunitari.

 

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