La sentenza per le spese pazze all’Ars pronunciata oggi pomeriggio dalla terza sezione del Tribunale di Palermo continuene anche l’estinzione del rapporto di lavoro del sindaco di Catania Salvo Pogliese nei confronti di amministrazioni ed Enti Pubblici e lo dichiara interdetto in perpetuo dai pubblici uffici.

Di fatto per effetto della Legge Severino si avvia la procedura per la decadenza dalla carica di sindaco. Ma cosa succede adesso alla città di Catania? La norma è tutt’altro che chiara e si presta a diverse interpretazioni. Trattandosi, infatti, di una sentenza di primo grado questa è appellabile ed anche se esecutiva difficilmente il prefetto si assumerà la responsabilità di mandare subito a casa il sindaco.

L’ipotesi più probabile è che, ricevuta la sentenza, il prefetto emetta un provvedimento di sospensione del sindaco dalla carica. Di norma il legittimo impedimento che lascia che i poteri passino al vice sindaco, può durare fino a due mesi. Ma il prefetto ha la facoltà di ampliare questo periodo già in sede di decreto fino ad un massimo di 18 mesi, periodo di tempo che potrebbe essere sufficiente a proporre ricorso in appello e giungere ad un pronunciamento. In questo caso si potrebbe pensare ad un commissario.

In questa ipotesi Catania resterebbe, di fatto, senza sindaco, senza guida politica nonostante la guida amministrativa.

E subito iniziano a piovere le prese di posizioni politiche “Augurando a Salvo Pogliese di potere dimostrare la propria estraneità nei successivi gradi di giudizio, lo invito a dimettersi subito da sindaco: Catania non può restare senza una guida per diciotto mesi” dice il segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo, dopo aver appreso della condanna a 4 anni e 3 mesi del primo cittadino di Catania, Salvo Pogliese, per la cosiddetta indagine sulle “spese pazze” dell’Ars, in virtù della quale scatterà la sospensione dalla carica per effetto della legge Severino.

“Lo avevamo detto in tempi non sospetti che la scelta della candidatura di Pogliese – prosegue Barbagallo – da parte del Centrodestra era una mossa scellerata, così come egoistica è stata la volontà di imporre la propria candidatura a sindaco. Oggi a Pogliese chiedo le sue dimissioni immediate da sindaco, un vero atto di amore e riconoscenza verso Catania che non può restare acefala e ostaggio delle sue vicissitudini personali. Catania versa in condizioni economiche e finanziarie disastrose, con mille emergenze irrisolte e necessita di una guida autorevole e sicura: non possiamo che restituire la parola ai catanesi – conclude – e scegliere subito un nuovo primo cittadino”.

E dimissioni vengono invocate anche dagli esponenti istituzionali del Movimento 5 stelle a Catania “La condanna del sindaco di Catania Salvo Pogliese impone una seria riflessione alla politica catanese. Un primo cittadino condannato per un reato così grave e per la gestione non corretta di soldi pubblici, quindi dei cittadini, non può rappresentare una comunità importante e prestigiosa come quella catanese. Adesso, per effetto della legge Severino potrebbe essere ma sarebbe più opportuno – in attesa dell’appello e di nuovi gradi di giudizio – un passo indietro da parte del sindaco dando così la parola agli elettori che sono sempre più sfiduciati da una politica che si presenta come nuova ma che ha sempre gli stessi vizi del passato”.

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