Per Salvo Pogliese, neo sindaco di Catania eletto una settimana fa, è già tempo di insediamento. Oggi alle 10,30 a Palazzo degli elefanti indosserà la sua fascia tricolore, poi, a mezzogiorno, si sposterà di pochi passi per andare in cattedrale a rendere un omaggio floreale a Sant’Agata, la patrona della città.

inizia così l’avventura dell’europdeputato alla guida della città di Catania al posto di Enzo Bianco. Domenica scorsa la sua elezione diretta senza dover ricorrere al ballottaggio è stato il più grande successo del centrodestra siciliano e la conferma che dove va compatto il centro destra vince.

Ma la vittoria di Pogliese non è soltanto gioia e successo. certamente il centro destra unito vince. Ma dove il centrodestra unito vince, la Lega, almeno in Sicilia, non mostra grandi risultati anzi arretra da un punto di vista personale dei leghisti. Al contrario, dunque, sembra proprio perdere consenso a vantaggio del resto della coalizione.

Così cominciano i mal di pancia un po’ legati al governo gialloverde a livello nazionale, un po’ alle tipicità siciliane. A lanciare l’allarme sono due sindaci, quelli di Aci Castello, Filippo Drago, e di Motta Sant’Anastasia , Anastasio Carrà, in una nota inviata al commissario della Lega in Sicilia, il senatore Candiani.

Candiani, di fatto, insediandosi, aveva legittimato tanto Attaguile segretario della Lega nella Sicilia orientale quanto Pagano nella Sicilia occidentale, mettendosi a disposizione della crescita del partito. Ora nella loro lettera i due sindaci denunciano che il dato conseguito al termine delle recenti elezioni amministrative nel Comune di Catania è stato davvero disastroso e in totale controtendenza con quello nazionale.

Di fatto è un attacco proprio alla guida di Attaguile visto che i due sindaci parlano non tanto di attrazione del consenso quanto di problemi organizzativi interni. Ma Stefano Candiani non sembra intenzionato a dare seguito alla lettera e indiscrezioni parlano di un probabile imminente addio dei due sindaci leghisti allo schieramento piuttosto che di un avvio di una revisione interna.

E le tensioni non sembrano destinate a restare chiuse dentro l’ambito leghista ma si vivono in tutta la coalizione così come non sembrano  destinate a restare confinate nel Catanese e di allargano all’intera Sicilia

Se nella Lega si litiga, nel centrodestra più in generale, infatti, non si sta tutti d’amore e d’accordo in Sicilia. C’è tensione anche a livello regionale. A formalizzarla nei giorni scorso è stato il leader azzurro e presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che si dice sorpreso dell’apertura del presidente della Regione Nello Musumeci ai 5 stelle in materia di rifiuti.Una apertura che per il Presidente della Regione è soltanto una risposta alla proposta pentastellata di riforma del settore dei rifiuti. Una offerta di collaborazione che non deve essere letta come un accordo politico in vista ma come la ricerca del consenso all’Ars, dove la maggioranza non esiste, allo scopo di far qualcosa per la Sicilia e in particolare nel difficile settore dei rifiuti

Ma la vicinanza fra Musumeci e Salvini è nota, la possibilità di uno spostamento di diventerà Bellissima verso la Lega concreto e la formazione di governo nazionale con i 5 stelle è ormai anch’essa un dato concreto. Cosa questo comporterà in casa azzurra e più in generale nel centro destra è materia di confronto nelle prossime settimane