La flat tax slitta al 2020, il reddito e le pensioni di cittadinaza ora si vedrà, i tagli dei vitalizi sono già pronti. Ma ai rapporti fra Roma e Palermo, alle rivendicazioni della Sicilia quando ci pensiamo? Il governo appena insediato quando troverà il tempo di affrontare il tema ?

Mentre i due leader politici dei due schieramenti che compongono questo governo (Salvini e Di Maio) partono proprio dalla Sicilia con le loro visite elettorali fatte da vice premier in carica, la Sicilia che non è chiamata al voto domenica (sono in tutto 135 comuni che andranno alle urne) si chiede quali saranno i rapporti fra un governo, quello Musumeci, che non ha mai fatto un mistero di voler disdire i trattati economici e tornare a parlare di diritti della Regione e un governo, quello del Premier Conte, che non sembra particolarmente aperto nei confronti del Sud.

Difficile da credere ma delle due anime che costituiscono il governo nazionale potrebbe essere quella leghista la più vicina al governo siciliano. A prescindere dalle sorprendenti presenze ai comizi di Salvini e dalle adesioni crescenti alla Lega anche in Sicilia esistono rapporti personali che potrebbero contare. Nessuno ha mai fatto un mistero della vicinanza fra Musumeci e Salvini. La Lega è stata fra i partiti che ha appoggiato Musumeci candidato fin dalla prima ora quando ancora nel centrodestra si dibatteva se fosse o meno il candidato giusto.

E il presidente Musumeci non ha bisogno di intermediari, parla direttamente con Matteo Salvini ogni volta che ha qualcosa da dirgli così come anche l’assenza di un assessore o esponente della Lega nella sua maggioranza non è un caso ma è stato concordato fra Palermo e Roma nelle segrete stanze. Lo spazio per un leghista si potrebbe trovare presto e si tratterebbe di un tecnico. Sull’unico eletto al parlamento siciliano, Tony Rizzotto, Musumeci ha più di un dubbio legato anche al fatto che il parlamentare risulta sotto inchiesta per una vicenda legata a un ente di Formazione che ha gestito nel passato. Per affidargli qualsiasi incarico Musumeci preferirebbe che prima si concludesse questa vicenda e Salvini sembra lo abbia appoggiato fin dalla fine dello scorso anno.

Non è un caso, dunque, che dietro Salvini nella sua visita di domenica, comparisse anche Musumeci che su facebook non fa un mistero, anzi precisa, di aver accompagnato il Ministro dell’Interno all’hotspot di Pozzallo. Certo Musumeci precisa “quello dell’immigrazione è un problema complesso che va affrontato con prudenza e determinazione nel rispetto prioritario della dignità della persona”.

Ma Musumeci ha un altro asso nella manica e si chiama Giancarlo Giorgietti, braccio destro di Salvini e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Giorgietti e Musumeci sono stati insieme sottosegretari durante l’ultimo governo Berlusconi. Sono notoriamente amici ed hanno affrontato insieme problemi complessi come quelli che venivano dal Ministero del Lavoro e non soltanto. Hanno vissuto un pezzo di percorso poltiico comune e dunque hanno un dialogo che va oltre le istituzioni.

Più difficili, invece, sono i rapporti con i 5 stelle anche se lo stile del Presidente della Regione è tale da non aver mai insultato nessuno in maniera plateale ma se uno scontro c’è stato, sempre nell’alveo della politica e della campagna elettorale, è stato certamente con Giancarlo Cancelleri che era il vero avversario alle regionali e che a novembre ha perso la sua occasione di diventare presidente della Regione.

Fra i due c’è un problema, politico, importante e Cancelleri ha il suo peso anche nei confronti di Di Maio vista la vicinanza, l’amicizia e i tanti voti giunti proprio dalla Sicilia ai 5 stelle.

Dunque c’è la possibilità di un rapporto Palermo – Roma a trazione leghista con buona pace di chi storce il muso proprio parlando di Lega. Una Lega che in Sicilia cresce nonostante tutto come dimostrano le presenze ai comizi di Salvini a Catania, come dimostra una campagna acquisti che sembra essere appena partita proprio fra i politici siciliani di centrodestra.