La Guardia di finanza di Catania ha eseguito undici misure cautelari, nove arresi domiciliari e due provvedimenti interdittivi, emesse dal Gip su richiesta della Procura nei confronti di tre professionisti di un noto studio associato e sette imprenditori nell’ambito di un’inchiesta per associazione per delinquere, bancarotte e evasione fiscale.

Nello stesso contesto le Fiamme gialle hanno portato a termine anche un sequestro preventivo di 4 marchi registrati e 4 complessi aziendali per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro.

C’è anche Antonio Pogliese, padre del sindaco di Catania, Salvo, tra le persone poste agli arresti domiciliari. Professionista di successo ed esperto del settore della grande distribuzione, Antonio Pogliese ha uno dei più noti studi di economia e finanza della città.

Nell’ambito dell’operazione delle Fiamme gialle, denominata ‘Pupi di pezza’, sono stati anche posti agli arresti domiciliari oltre a Pogliese anche alcuni suoi associati: Michele Catania, di 53 anni, Salvatore Pennisi, di 46.

I tre, secondo l’accusa, “avvalendosi di Salvatore Virgillito, di 66 anni, liquidatore fiduciario dello studio, anch’egli agli arresti domiciliari, costituivano un’associazione a delinquere, almeno dal 2013, dedita ad una serie indeterminata di condotte delittuose in materia societaria, fallimentare e fiscale”. Arresti domiciliari disposti dal Gip anche per gli imprenditori Antonino Grasso, di 54 anni, Giuseppe Andrea Grasso, di 51, Michele Grasso, di 58, Concetta Galifi, di 39, e Rosario Patti, di 79.

Misura interdittiva ad esercitare il diritto d’impresa per un anno per Alfio Sciacca, di 67 anni, e Nunziata Conti, di 65.

Gli investigatori ritengono, così, di avere scoperto “un collaudato sistema fraudolento in grado di garantire a diversi gruppi imprenditoriali la sottrazione al pagamento di un complessivo volume di imposte per oltre 220 milioni di euro e la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali”.

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