Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha disposto, tramite una recente circolare, la retribuzione di un massimo di 100 ore di straordinario pro capite per i poliziotti a fine anno. Questa decisione, però, non tiene conto dei consistenti arretrati accumulati negli anni 2023 e 2024, che superano di gran lunga il limite stabilito. Lo denuncia il Segretario Generale Provinciale Siap Catania, Tommaso Vendemmia.
Carenza di organico e aumento del carico di lavoro
La carenza cronica di personale, combinata con la crescente domanda di ordine e sicurezza pubblica, ha portato a una maggiore richiesta di lavoro straordinario, spesso indispensabile anche per le attività ordinarie. Centinaia di poliziotti sono costretti a prolungare il proprio turno di lavoro di oltre tre ore al giorno in media. Questo riguarda reparti come le Squadre Mobili, gli uffici Scorte, le Sezioni Volanti, gli uffici aperti al pubblico, la Polizia Stradale, Ferroviaria e, in particolare, i Reparti Mobili, dove il servizio spesso supera le 12 ore giornaliere. Tale sovraccarico ha generato arretrati che variano dalle 300 alle 600 ore annue per agente.
Una decisione considerata offensiva
Nonostante la situazione, il Dipartimento ha deciso di liquidare solo 100 ore di straordinario, ignorando i sacrifici degli agenti che quotidianamente mettono a repentaglio la propria vita per il bene comune. Questa decisione è stata accolta come una vera e propria offesa. Nessun altro datore di lavoro potrebbe imporre centinaia di ore di straordinario senza una retribuzione adeguata, pena vertenze sindacali e ispezioni del lavoro. Al Dipartimento di Pubblica Sicurezza, invece, sembra essere concessa una sorta di impunità.
Situazione a rischio nella provincia etnea
Nella provincia di Catania, la situazione è particolarmente critica. Oltre ai doppi turni per contrastare la criminalità, le esigenze straordinarie si estendono anche ai servizi quotidiani, come la ricezione delle denunce. Il personale non si è mai sottratto ai propri doveri, ma la mancata retribuzione delle ore di straordinario rende questi sforzi ancora più gravosi. A questo si aggiungono gli attacchi strumentali da parte di una parte della politica, le aggressioni da parte dei criminali e i vilipendi da parte di una minoranza dell’opinione pubblica.
Il paradosso delle sanzioni disciplinari
Risulta paradossale che, se un agente, a causa dei ritardi nei pagamenti, si trovasse in difficoltà economiche, il Dipartimento potrebbe infliggergli una sanzione disciplinare, considerando tale condotta “disonorevole”. Sembra che l’obbligo di onorare i debiti valga solo per i lavoratori, non per chi li lascia senza la giusta retribuzione. Il Dipartimento, pur consapevole che l’elevato ricorso allo straordinario sia dovuto alla carenza di organico e alla necessità di garantire i servizi ai cittadini, non sembra adottare misure concrete per risolvere la situazione, creando un clima di tensione e malcontento tra gli agenti. La mancata retribuzione degli straordinari, unita alle difficili condizioni di lavoro, rischia di minare il morale e l’efficienza delle forze dell’ordine




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