Un presunto gruppo criminale che sfruttava la prostituzione di giovani donne, prevalentemente straniere, è stato sgominato dalla polizia che sta eseguendo un’ordinanza cautelare emessa dal Gip di Caltagirone su richiesta della locale Procura. Secondo l’accusa il gruppo avrebbe avuto ramificazioni anche in altre regioni italiane.

L’operazione nel Catanese

L’operazione, denominata ‘Sex indoor’, ha portato anche alla chiusura di quattro case in cui si esercitava la prostituzione e bloccato un ‘giro d’affari’ illegale stimato dagli investigatori in circa 130mila euro l’anno. Il provvedimento del Gip dispone misure cautelari detentive e il sequestro preventivo di risorse finanziarie e patrimoniali.

Da Catania ad Agrigento

L’operazione è stata eseguita da personale del commissariato di Caltagirone con l’ausilio delle squadre mobili di Catania e Agrigento, del reparto Prevenzione crimine Sicilia Orientale e delle unità cinofile della Questura di Catania.

L’ultimo precedente anti prostituzione nel Messinese a inizio mese

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Patti (ME) e della Stazione di Brolo (ME) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Patti (ME), su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore Angelo Vittorio Cavallo, nei confronti di quattro persone, tre delle quali ritenute responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravati; a carico di due degli indagati e di una quarta persona sono stati documentati anche gravi indizi di colpevolezza in ordine a ipotesi di detenzione ai fini della cessione a terzi di sostanze stupefacenti distintamente commesse dai singoli indagati.

La donna giunta da Roma

Il provvedimento restrittivo trae origine da un intervento eseguito, a fine settembre 2020, dai Carabinieri della Stazione di Brolo, allorquando una persona dichiarava ai militari dell’Arma di essere giunta a Brolo la sera precedente per incontrare un uomo che avrebbe dovuto affittarle una casa dove, durante la sua permanenza, avrebbe dovuto espletare la propria attività di meretricio, di cui l’uomo era perfettamente a conoscenza, tanto da condurla presso un’abitazione, appositamente individuata, per la quale era stato chiesto un canone di locazione pari a 70 euro al giorno. Per l’ubicazione dell’immobile, ritenuta inidonea allo scopo, e per la somma richiestale, considerata eccessiva, la donna decideva di ritornare a Roma.

 

foto repertorio

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