La puzza persistente proviene dall’impianto di smaltimento di rifiuti Oikos, è causata da mercaptani, gas maleodoranti e c’è nell’aria anche una quantità di metano fuori dalla norma, metano che i cittadini non percepiscono in quanto inodore.

Sono bastati 19 giorni di monitoraggio all’Arpa, l’Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente per produrre i risultati della qualità dell’aria nei territori di Misterbianco e di Motta Sant’Anastasia, entrambi a ridosso della discarica.

Nella relazione dell’Arpa, si evidenzia come “il polo impiantistico di gestione di rifiuti presente in territorio del comune di Motta Sant’Anastasia può ragionevolmente costituire una fonte di pressione ambientale di particolare rilievo, con specifico riferimento proprio al rilascio di metano ed altri composti ad esso correlabili”.

Il monitoraggio, con le centraline dell’Arpa installate in contrada ‘Sieli’ è stato svolto “tenendo conto del supporto fornito in termini di segnalazioni di percezione di molestie olfattive da parte delle istituzioni locali e dei cittadini residenti in entrambi i centri abitati. In particolare, sulla base delle segnalazioni ricevute dai cittadini, effettuati i debiti riscontri con le amministrazioni comunali, sono stati individuati tre recettori di possibile interesse ai fini dello studio, due dei quali nel centro abitato di Misterbianco ed uno nel centro abitato di Motta Sant’Anastasia”.

In particolare – si legge nella relazione dell’Arpa – è stata messa in luce la variazione ricorrente della concentrazione di metano nelle ore notturne e nelle prime ore del mattino rispetto al valore riferibile alla concentrazione naturale di fondo. Questo fenomeno accade, durante l’intero periodo di osservazione, secondo una precisa frequenza. L’incremento di concentrazione di metano si manifesta in orario serale (alle ore 23 circa), durante la notte (tra le ore 1 e le ore 3), alle prime luci del giorno (alle ore 5 circa) ed in prima mattina in una fascia oraria compresa tra le ore 6:30 e le 8:30. Le oscillazioni di concentrazione rilevate sono comprese tra i valori di 2.5 e 10 volte la concentrazione media del fondo naturale. La variazione di concentrazione di metano è stata accompagnata sistematicamente dalla concomitante variazione di concentrazione di alcuni mercaptani, molecole caratterizzate da un odore nauseabondo”.

“Adesso abbiamo la certezza che l’inquinamento viene dalla discarica – ha detto il sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo – questo studio ci da la prova che questa discarica ha prodotto danni immensi ed adesso il presidente Crocetta, che ha disposto l’accertamento, deve prenderne atto. Altro che battaglia ideologica, del quale ero stato accusato dal presidente, è una battaglia per la salute della nostra comunità.”

Il dato più allarmante è che la discarica chiusa di Tiritì nel 2014 ha prodotto biogas per 20 milioni e 678 mila metri cubi di cui solo 16 milioni e 425 mila sono stati captati per produrre energia elettrica disperdendo nell’aria oltre 4 milioni e 200 mila metri cubi pari al 21 per cento.

Le molecole di metano, tra le 24 riscontrate dalla centralina, sono 4 volte in più il valore medio dell’unità olfatto metrico. Un dato allarmante anche perché il biogas disperso nell’atmosfera accelera l’effetto serra causando il riscaldamento dell’ambiente.

“Il presidente Crocetta afferma che l’emergenza rifiuti è superata in Sicilia – continua Di Guardo – ma l’emergenza grave è a Misterbianco e Motta S. Anastasia, anche perché la mancata bonifica di Tiritì chiusa da due anni continuerà a disperdere metano per altri 30 anni e lo stesso avverrà per Valanghe d’Inverno dove si è scaricato, in nome dell’emergenza senza una completa bio-stabilizzazione dei rifiuti.”

I tecnici che hanno condotto lo studio Sabrina Finocchiaro, Roberto Grimaldi e Salvatore Crisafi hanno utilizzato sia la centralina installata a luglio scorso che quella funzionante dal 2006 in contrada Milicia confrontando i dati rilevati con le segnalazioni di alcuni cittadini, utilizzati come vedette nei due territori, che annotavano orario e durata. Dati questi che sono stati riscontrati con i risultati delle centraline che hanno confermato l’insalubrità dell’aria nel territorio circostante.

“Adesso ci dovranno dare ascolto – ha concluso il sindaco Di Guardo – non solo l’assessore regionale ed il presidente della regione Crocetta, ma anche il ministro dell’Ambiente al quale ci rivolgeremo per chiudere immediatamente anche l’impianto di Valanghe d’Inverno ed avviare da subito la bonifica”.

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