Dopo Leoluca Orlando, Renato Accorinti e Lillo Firetto, c’è un altro sindaco che mugugna commentando la riforma elettorale per i comuni siciliani che è all’esame dell’Ars. Anche Enzo Bianco, infatti, vede ‘qualche luce e molte ombre’.

Il sindaco di Catania, che è anche presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, prende una posizione ufficiale sulle modifiche al sistema elettorale negli enti locali.

Si dice che nei giorni scorsi, abbia storto il muso sulla possibilità di sfiduciare i sindaci con il 50 per cento più uno, poi innalzato al 60. Ma a Bianco non va giù nemmeno il ritorno dell’effetto strascinamento: “L’impatto innovativo del superamento del ballottaggio viene attenuato dalla reintroduzione”. Per il sindaco di Catania, invece, ritiene “positivo il superamento del ballottaggio se il più votato supera il 40%”.

La norma che prevede la decadenza automatica dei sindaci in caso di mancata approvazione del Bilancio da parte del Consiglio comunale è stata cassata, grazie ad un emendamento di Forza Italia. Analizzando quella ipotesi Bianco aveva detto che era un fatto grave.

“Dalla prossima consiliatura insomma – ha detto Bianco – un solo consigliere comunale potrebbe tenere in ostaggio una città e questo è il sintomo di uno spirito di larghi settori dell’Ars immotivatamente contrario ai sindaci e al loro tentativo di superare le difficoltà facendo funzionare le città attraverso quell’autonomia affidata ai primi cittadini dal corpo elettorale”.

Su questo tema, ma complessivamente sull’intera riforma, i sindaci già in carica hanno fatto sentire la loro voce. Molto critici i primi cittadini di Agrigento e Messina, rispettivamente Lillo Firetto e Renato Accorinti, peri quali si ‘rischia la paralisi’.

Prima di loro il presidente siciliano dell’Anci e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, si era spinto ad affermare che si tratta di una “legge contro Orlando ed i 5 Stelle’.