Il futuro di Catania sembrerebbe incerto, anche se la situazione è complessa e piena di sfaccettature: se da un lato, infatti, la Corte dei Conti, nel pronunciamento relativo all’udienza del 31 maggio, certifica che sussistono i presupposti per il dissesto finanziario, dall’altro, l’amministrazione, si congratula con se stessa per l‘approvazione del nuovo piano di riequilibrio che avrebbe, a detta del comune, evitato il peggio.

Cartolina del giorno in cui, completato il suo lavoro, l’assessore al bilancio Giuseppe Girlando si dimette e lascia il posto a Salvatore Parlato.

La verità, come spesso avviene, sta nel mezzo e grazie al decreto ‘salva enti’ del governo nazionale, il futuro di Catania rimane ancora in bilico. A quanto si legge dal documento prodotto dalla Corte dei conti in base all’audizione del 31 maggio e alle costanti verifiche effettuale sulle casse catanesi, esisterebbero tutti i presupposti per dichiarare il dissesto finanziario. Decisione che, però, la Corte rimanda al presidente della stessa che potrà avvalersi dell’aiuto della Corte dei Conti nazionale.

Nonostante l’amministrazione Bianco rimandi tutto “alle profonde carenze del Piano di riequilibrio finanziario originario e dell’assoluta necessità di riformularlo”, dalla Corte dei Conti non mancano le ‘bacchettate’ nei confronti di Catania.

La Corte, infatti, ha registrato un continuo aggravarsi della situazione ma, soprattutto, una scarsa collaborazione da parte di amministrazione e revisori. Addirittura sarebbe stato chiesto di non contrastare il lavoro della Corte stessa.

E’ evidente, e in questo caso Corte e Amministrazione sono perfettamente d’accordo, che l’approvazione del nuovo piano di riequilibrio sia servita, almeno per il momento, a evitare il totale dissesto. Rimane, però, da capire se il rinvio alla Sezione Autonomie della stessa Corte rappresenti un ‘premio’ per il lavoro dell’amministrazione Bianco e per l’approvazione del nuovo piano di revisione o se, invece, non sia solo ed esclusivamente il frutto del decreto ‘salva enti’, ribattezzato anche ‘salva Catania’, approvato dal governo Renzi.

Cosa succederà a questo punto? Verosimilmente il futuro di Catania non si deciderà in Sicilia, ma sarà la Corte dei Conti nazionale ad esprimersi sulle condizioni di dissesto. Ed è in questo caso che, verosimilmente, Bianco giocherà le sue carte per evitare il fallimento: in prima battuta alla sezione enti locali nazionali; in caso di parere negativo potrebbe anche essere rivisto il testo unico in materia di enti locali.

Articoli correlati