Organizzavano corse clandestine di cavalli nel catanese e poi sui social network pubblicizzavano le prestazioni, con video che in sottofondo riproducevano le musiche neomelodiche. A scoprire tutto i carabinieri che hanno anche individuato la stalla abusiva. Tre le persone denunciate, uno di loro è ritenute vicino alla mafia catanese.

L’avvio dell’indagine

I carabinieri della locale stazione e del nucleo operativo della compagnia di Paternò, insieme ai colleghi del centro anticrimine natura, dello squadrone eliportato cacciatori di Sicilia e con il supporto di personale dell’Asp hanno svolto un vasto servizio di controllo del territorio finalizzato al contrasto dell’illegalità diffusa. Tre uomini sono stati denunciati, di 28, 39 e 66 anni con quest’ultimo tra l’altro destinatario di condanna per appartenenza al clan mafioso “Laudani”, tutti licodiesi e accusati di maltrattamento di animali. L’indagine si è avvalsa anche del monitoraggio dei social network, in particolare in alcuni video pubblicati che con sottofondo di musica neomelodica esaltavano le prestazioni di cavalli in vista di gare clandestine.

Il fabbricato rurale

I carabinieri sono risaliti ad un fabbricato rurale a Santa Maria di Licodia, interamente abusivo, adibito a stalla e in uso ai tre denunciati. Secondo l’accusa sarebbero presunti organizzatori e partecipanti a diverse competizioni clandestine di cavalli che si sono tenute nel territorio della provincia di Catania. Nel corso della perquisizione alla struttura i militari hanno rinvenuto 3 esemplari di equidi, tra cui uno denominato con il cognome di un noto statista italiano ormai defunto, nonché 30 rotoballe di fieno prive della prevista tracciabilità e destinate all’alimentazione degli animali. Sono stati anche rinvenuti e sottoposti a sequestro diversi farmaci per uso veterinario di cui alcuni d’importazione estera e sprovvisti della prescrizione medica e della relativa autorizzazione all’importazione.

Le numerose irregolarità

A seguito dell’accertamento sono emerse diverse irregolarità, tra cui la mancanza di codice aziendale che deve essere registrato presso il servizio veterinario competente. Questo ha comportato le sanzioni a carico dei tre denunciati per un importo complessivo di 22.300 euro nonché di 519 euro per la violazione al codice della strada relativa al divieto di competizioni sportive o di animali su strada. Nel corso delle attività il personale dell’Asp, ed in particolare un medico veterinario, ha visitato i tre cavalli che, pur essendo stati giudicati in apparenti buone condizioni di salute, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo ed affidati in stato di isolamento all’Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia, in attesa dell’esito delle analisi cliniche infettivologiche e microbiologiche.

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