Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Maniace (CT) in esito ad accertati condizionamenti della vita amministrativa da parte delle organizzazioni criminali locali.
Un rigo appena a margine di un comunicato stampa del Consiglio dei Ministri pone l’ultima parola sulla vicenda iniziata con una ispezione ad ottobre dello scorso anno. Un rigo che tende a sfuggire quando la parte essenziale di quel Consiglio dei Ministri è dedicata alle regole per al riapertura dei locali dopo l’emergenza covid19, regole che tutta Italia aspetta.
Era il 23 ottobre quando si apprendeva di un accesso ispettivo nel Comune di Maniace disposto dal prefetto di Catania Claudio Sammartino, su delega del ministro dell’Interno, per verificare l’eventuale sussistenza di collegamenti o di forme di condizionamento della criminalità organizzata di tipo mafioso. Lo rendeva noto la Prefettura del capoluogo etneo. L’attività ispettiva veniva affidata ad un’apposita Commissione di indagine, insediatasi nel Comune e coadiuvata nell’espletamento dei propri compiti, da personale delle forze di Polizia.
L’invio di una commissione di accesso antimafia prelude all’avvio delle procedure che portano allo scioglimento degli enti locali per infiltrazioni mafiose. La commissione d’accesso di nomina prefettizia, svolge un’attività d’indagine sull’operato dell’amministrazione locale, valutando la consistenza degli elementi sui quali fondare la proposta di scioglimento, rappresentati dai vizi e dalle anomalie dell’azione amministrativa dell’ente. Della commissione d’accesso fanno normalmente parte vice prefetti, funzionari di prefettura e funzionari delle forze dell’ordine (un funzionario della Polizia di Stato, un ufficiale dei Carabinieri ed un ufficiale della Guardia di Finanza).
La commissione, al termine dei lavori, redige una relazione diretta al Prefetto che, a sua volta, invia un rapporto al ministro dell’Interno, affinché valuti l’opportunità di giungere ad uno scioglimento.
Tutto nasce da una richiesta avanzata dalla Procura di Catania, in relazione ad inchieste sulla mafia sui Nebrodi, che potrebbero avere dei coinvolgimenti proprio in seno all’amministrazione o al Consiglio comunale del Comune di Maniace. Ma di più, fino ad ora, non si conosce.
Sono numerosi i comuni sciolti per mafia negli ultimi mesi in Sicilia e per molti non si è compreso a fondo la motivazione
Commenta con Facebook