Sono stati i vertici di Kalat Ambiente SRR s.c.p.a. e Kalat Impianti a segnalare lo scorso 3 giugno la presenza di rifiuti interrati nell’area sequestrata ieri in contrada Poggiarelli a Grammichele dalla Procura di Caltagirone. Lo segnalano in una nota Salvatore Cocina, presidente di Kalat Ambiente, la “Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti”, costituita dai 15 Comuni del Calatino, e Antonino Romano, amministratore di Kalat Impianti.

Nel comunicato viene anche ricostruita la vicenda a partire dal sopralluogo del nucleo operativo della Forestale di Catania e dell’Arpa di Catania dello scorso 14 giugno 2016, in seguito alla denuncia.

“E’ stato accertato – si legge  – che un’area di terreno destinata a verde, estesa quasi un ettaro e mezzo, è stata riempita da uno strato di rifiuti di spessore circa 50 centimetri, ricoperto da uno strato di compost di circa 20 cm. Il rifiuto interrato consiste prevalentemente di materia plastica costituente scarto del processo di lavorazione del rifiuto organico, pertanto esso doveva essere smaltito in discarica e non poteva essere interrato”.

Secondo le stime di Kalat Ambiente i rifiuti ‘scoperti’ ammonterebbero a circa 7.500 mc e circa 5.000 tonnellate di peso ed avrebbe avuto un costo di smaltimento di circa 400 mila euro. “L’epoca dei fatti non è, allo stato attuale, determinato ma non appare recente e cioè ascrivibile all’attuale gestione”, si legge nel comunicato.

Ieri “l’ing. Cocina e l’avv. Tambone per Kalat Ambiente SRR hanno già provveduto a presentare alla Procura della Repubblica di Caltagirone formale e sostanziale querela contro ignoti con riserva di costituirsi parte civile nell’istaurando procedimento penale”.

Kalat Impianti srl ha anche rassicurato che gli impianti di compostaggio e di selezione del secco di contrada Poggiarelli in Grammichele “sono regolarmente aperti ai conferimenti e le attività procedono regolarmente nel pieno rispetto delle prescrizioni di legge”.

Nella nota si  rileva che “oltre al danno ambientale al territorio e di immagine alla società pubblica Kalat Ambiente, appare notevole il danno economico, in quanto bisognerà provvedere alla bonifica ed alla sistemazione dell’area; il costo presunto complessivo a potrebbe superare gli 800 mila euro a carico dei 15 comuni di Kalat Ambiente SRR e quindi dei contribuenti del Calatino”.

Infine “Kalat Ambiente SRR e Kalat Impianti esprimono plauso per l’azione tempestiva della Procura di Caltagirone e per i qualificati accertamenti delNucleo Operativo provinciale di Catania del Corpo Forestale della Regione Siciliana e dell’Arpa di Catania e ringraziano il Presidente della Regione siciliana per la vicinanza manifestata”.

foto da kalatimpianti.it