Gran finale per la rassegna “La figura e l’opera di Luigi Pirandello nel 150° dalla nascita”, direttamente promossa dall’ assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana.

Un autentico evento, tra i maggiori dell’importante anniversario, ideato dal sovrintendente di Catania, Maria Grazia Patanè, la quale ha concepito per lo spazio della Chiesa barocca di San Francesco Borgia un articolato progetto. Al magistrale lavoro della mostra iconografica, curata da Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla, è stato infatti abbinato un ciclo di letture pirandelliane, sapientemente coordinate da Ezio Donato e affidate ad attori di chiara fama.
Domani  l’ultimo appuntamento, che vedrà protagonisti interpreti del calibro di Marianno Rigillo e Anna Teresa Rossini insieme al giovane Luciano Fioretto Rossini. Il terzetto sarà impegnato nel reading intitolato “Nel tempo della lontananza”, che propone stralci dal carteggio fra Luigi e i figli Stefano e Lietta. Un itinerario attraverso le lettere di Pirandello, “viaggiatore senza bagaglio” che vaga da un paese all’altro al seguito delle sue opere che riscuotono trionfi nel mondo. Le tappe del percorso esistenziale e drammaturgico colte dallo stesso autore nei suoi continui spostamenti fuori dall’Italia. Le letture saranno accompagnate al pianoforte dal compositore Matteo Musumeci.

Sarà anche l’ultimo giorno per ammirare la mostra “I Pirandello. La famiglia e l’epoca per immagini”, come l’omonimo volume edito da La nave di Teseo, pure curato da Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla, allestita dall’Istituto di Storia della Spettacolo Siciliano con la collaborazione di Alba D’Arrigo e Carmela Di Blasi, funzionarie della Soprintendenza di Catania.
La mostra, con circa 25 banner, narra cronologicamente attraverso un percorso e in buona parte inedito – la parabola esistenziale e artistica del grande agrigentino. Un ‘romanzo iconografico’, sul filo della memoria che restituisce la storia di una delle più complesse e tormentate famiglie che ha ricoperto un ruolo di primo piano nella cultura internazionale fra Otto e Novecento, in cui le vicende private s’intrecciano con quelle di un’epoca per tanti aspetti perturbante che vive eccezionali fermenti innovativi. Si trascorre dall’intimo nucleo di immagini familiari a quelle delle innumerevoli personalità che gli stanno attorno.

In esposizione anche documenti, pubblicazioni e fotografie di scena che illustrano l’ambiente socio-culturale del tempo, attorno al quale si è mossi anche i tre appuntamenti del ciclo di letture. Peascando dai carteggi pirandelliani e altre fonti, Donato ha tratto una selezione di brani che – ripercorrendo idealmente la struttura della mostra – era mirato nell’insieme a tratteggiare le tappe salienti dell’esistenza dell’artista, Premio Nobel per la Letteratura nel 1934, i suoi rapporti con gli amici scrittori ed il legame con i figli. Una liaison intessuta di forti legami ma anche insanabili fratture.