E’ stato assolto dalla Corte d’appello di Catania dall’accusa di abuso edilizio nella costruzione di edificio per civile abitazione, che era stato sequestrato assieme ai cantieri, rimasti chiusi, l’imprenditore di 61 anni della provincia etnea che il mese scorso si è suicidato per problemi economici sparandosi un colpo di pistola al cuore. In primo grado era stato condannato assieme ad altri due imputati, oggi assolti in secondo grado. La Terza Sezione della Corte d’appello ha ribaltato infatti ribaltato la sentenza di primo grado assolvendo tutti gli imputati con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste. Sono stati inoltre disposti il dissequestro e la restituzione del cantiere agli aventi diritto. I giudici sono entrati nel merito delle accuse nonostante il reato fosse ormai prescritto.
I difensori degli imputati,  il professore Giovanni Grasso e l’avvocato Erika Alessia Giardino, esprimono “grande soddisfazione per il risultato ottenuto, che ha sancito la piena correttezza del comportamento degli imputati, sottoposti ingiustamente a processo penale per ben sei anni”. I penalisti “non nascondono tuttavia la propria commozione e l’amarezza di non poter condividere tale soddisfazione con l’imprenditore suicida che prima di quel tragico gesto- aveva partecipato ad ogni udienza”.
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