• Donna catanese che vive in Perù non riceve più la sua pensione
  • Le è stata sospesa per mancanza di un certificato
  • La denuncia contro i tempi lunghi della burocrazia
  • La storia di Eugenia Paola Geraci

Ritrovarsi dall’altra parte del mondo, a migliaia di chilometri di distanza dalla propria terra di origine, e senza alcun mezzo di sostentamento. E’ la spiacevole disavventura che vede protagonista Eugenia Paola Geraci, 80enne catanese, ex insegnante, da più di 20 anni in pensione.

La storia

Da tre anni e mezzo Eugenia Paola vive nella città di Iquitos, in Perù, dove insieme al marito, (della famiglia Molino vi abbiamo già parlato), deceduto a causa del Covid che ha falcidiato molti paesi dell’America meridionale, aveva seguito il figlio Marco Antonio, impegnato in progetti umanitari e ambientalisti, nonché fondatore della Ong Nuestro Horizonte Verde e di una fattoria didattica che accoglie le scolaresche.
Ebbene, per un vero e proprio paradosso simil-burocratico, Eugenia Paola si è ritrovata senza la sua pensione e non sa, al momento, quando potrà tornare a riscuoterla.

Lo stop alla pensione

A raccontare a BlogSicilia quanto accaduto è Marco, che da giorni, davanti al pc, inviando mail e ‘bussando’ a tutte le porte digitali possibili e immaginabili, cerca di risolvere il problema.
“L’ultima pensione di mia madre – dice – è arrivata regolarmente il 3 maggio. L’Inps non invia soldi all’estero direttamente, lo fa tramite CitiBank, che è una banca internazionale. Nei primi giorni di giugno la pensione non è arrivata. Per noi questo significa avere delle gravi difficoltà, dal momento che le attività che mi vedono impegnato sono sospese per la pandemia, che qui in Perù sta ancora mietendo numerose vittime. La pensione di mia madre è il nostro unico introito, ci serve per pagare l’affitto di casa, le bollette, acquistare il cibo e retribuire la badante di mia madre, che deve essere assistita per le sue condizioni di salute.
Il 6 giugno, accorgendomi che la pensione ancora non era stata accreditata, inizio a fare delle ricerche. Coinvolgendo un mio amico sindacalista catanese, scopro che CitiBank ha bloccato il bonifico della pensione perché l’Inps vuole un certificato di esistenza in vita di mia madre. Ma a noi nessuno lo ha mai chiesto, né Inps né Citibank, nonostante abbiano il nostro indirizzo di residenza”.

Il certificato di esistenza in vita

In effetti, navigando sul sito web dell’ Inps, è possibile trovare una nota del gennaio di quest’anno, nella quale si legge: “L’accertamento dell’esistenza in vita dei pensionati all’estero ha particolare importanza, in quanto la difficoltà di acquisire informazioni complete, aggiornate e tempestive in merito al decesso degli stessi espone al concreto rischio di erogare pagamenti non dovuti, difficilmente recuperabili. La campagna annuale di accertamento dell’esistenza in vita dei pensionati che riscuotono all’estero, a partire dal 2012, viene effettuata per conto dell’INPS, dall’Istituto di Credito Citibank NA. L’INPS, vista l’emergenza sanitaria in corso e la necessità primaria di tutelare la salute dei pensionati, ha condiviso con Citibank NA alcune modifiche alla programmazione del processo di verifica dell’esistenza in vita dei pensionati che riscuotono all’estero”.

E ancora: “Ciò premesso, con riferimento ai pensionati residenti nel Continente americano, Paesi scandinavi, Stati dell’est Europa e Paesi limitrofi, Asia, Medio ed Estremo Oriente, Citibank NA ha avviato nel mese di ottobre 2020 la spedizione dei moduli di richiesta di attestazione dell’esistenza in vita riferita agli anni 2020 e 2021 e tale modulistica avrebbe dovuto pervenire alla banca entro il 5 febbraio 2021. Con la medesima tempistica Citibank NA ha inviato i moduli di richiesta della prova dell’esistenza in vita ai pensionati, residenti in Europa, Africa e Oceania che, a causa del diffondersi del contagio da COVID-19, non avevano potuto portare a termine il precedente accertamento generalizzato dell’esistenza in vita, riferito agli anni 2019 e 2020, avviato ad ottobre 2019 e per i quali è stato ritenuto opportuno autorizzare la banca a non sospendere i pagamenti. È stata inoltre programmata, anche la tempistica riferita alla seconda fase della verifica generalizzata dell’esistenza in vita, riferita agli anni 2020 e 2021, dei pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, ad esclusione dei Paesi Scandinavi e dei Paesi dell’est Europa. Infatti, a partire dal mese di gennaio 2021, Citibank NA avrebbe dovuto inviare le richieste di attestazione dell’esistenza in vita nei confronti dei pensionati residenti nelle sopraindicate Aree geografiche, da restituire alla banca entro la prima metà del mese di giugno 2021.
Tuttavia, a causa dell’evoluzione epidemiologica del Covid19, si ritiene necessaria una riprogrammazione, della calendarizzazione delle campagne di accertamento dell’esistenza in vita di cui al messaggio n. 3102/2020, secondo i termini di seguito indicati.
Con riferimento ai pensionati residenti nel Continente americano, Paesi scandinavi, Stati dell’est Europa e Paesi limitrofi, Asia, Medio ed Estremo Oriente, nonché ai pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania che, a causa del diffondersi del contagio, non hanno potuto portare a termine la precedente verifica avviata ad ottobre 2019, si differisce di tre mesi il termine finale per la restituzione delle attestazioni, inizialmente previsto a febbraio 2021. Conseguentemente, qualora il processo di verifica non sia portato a termine entro il 7 maggio 2021, il pagamento della rata di giugno 2021 avverrà in contanti presso le Agenzie di Western Union e, in caso di mancata riscossione personale o di mancata produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 giugno 2021, il pagamento della pensione sarà sospeso dalla banca a partire dalla successiva rata di luglio 2021”.

Il coinvolgimento del patronato

Marco decide quindi di rivolgersi ad un patronato italiano che ha sede a Lima, e contatta il patronato Inca Cgil della capitale peruviana. Avviene tutto per via telematica, dal momento che tra Iquitos e Lima i chilometri di distanza sono oltre mille, e per Marco, che si trova nel cuore dell’amazzonia peruviana, comunicare con il resto del mondo non è sempre semplicissimo. Il patronato redige un certificato di esistenza in vita di Eugenia Paola e lo invia a Marco, che insieme alla madre si reca da un notaio per validare l’atto, inviato nuovamente al patronato che lo inoltra a Citibank. La pensione continua a non arrivare, così Marco contatta tramite mail Citibank che risponde solo dopo cinque giorni, dicendo di non aver ricevuto nulla.
Il giorno dopo Citibank scrive ancora a Marco, chiedendo l’indirizzo. A quel punto Marco è basito. “Sono scoppiato in una reazione di rabbia – dice -, conoscono benissimo il nostro indirizzo, per molto tempo ogni mese ci hanno inviato il cedolino cartaceo di accreditamento della pensione. E’ assurdo che non abbiano l’indirizzo”.

L’indirizzo di residenza

Marco, che non si perde d’animo facilmente, contatta di nuovo il patronato di Lima che conferma che è necessario produrre una sorta di certificazione dell’indirizzo di residenza. Il patronato invia ai Molino un modulo che Eugenia Paola compila e firma, e che viene rispedito al mittente. Adesso al patronato spetterà rilasciare la certificazione definitiva da inviare a Citibank.

Le mail di Citibank

Intanto, il 17 giugno, Citibank ha inviato una mail a Eugenia Paola nella quale si legge: “La informiamo che Citi non è più in possesso del pagamento. Le procedure ci impongono di restituire il pagamento all’Inps, quindi anche quando il patronato caricherà il certificato di esistenza in vita, il pagamento dovrà richiederlo come arretrato all’Inps”. La mail si conclude indicando la casella di posta certificata della direzione provinciale di Catania dell’Inps con relativo numero telefonico. Marco dovrà dunque contattare l’Inps.
C’è di più: nella prima mail inviata da Citibank, veniva specificato un numero telefonico italiano della banca da contattare in caso di necessità.
Marco ha passato ore a telefono, pagando la chiamata internazionale, senza che nessuno rispondesse.
“Ho chiesto ad alcuni amici siciliani – specifica – e ai quali la chiamata non costa nulla, di telefonare per me. Non ha mai risposto nessuno. Inoltre, tutte le mail di Citibank appaiono evasive e generiche, nonostante siano firmate sempre da qualcuno. Insomma, ancora il nostro problema non è stato risolto”.
Ma non è finita qui: dopo le innumerevoli mail di protesta mandate dall’indirizzo di Eugenia Paola, Citibank ha riposto che la documentazione di supporto deve essere inviata per posta normale a Worthing, una città del Regno Unito. Marco e la madre sono indignati ed esasperati: “Quanto tempo – si chiedono – ci vorrà per riottenere la pensione? Non sanno che qui siamo in piena pandemia e le comunicazioni via posta sono complicate?”.

La delusione di Eugenia Paola e Marco

“Ho lavorato tanti anni – dice Eugenia Paola con delusione -, a servizio dei giovani della nostra bella Italia. Adesso, però, mi sento trattata a pesci in faccia. I tempi lunghi della burocrazia ci stanno uccidendo”.
Aggiunge Marco: “Adesso siamo in attesa di tempi che non dipendono da noi. Il patronato invierà tutto a Citibank che invierà ad Inps. Mia madre non sa andare su internet, sono io ad aiutarla.
Come avrebbe fatto se non ci fossi stato io al suo fianco? Penso ai moltissimi pensionati italiani in giro per il mondo; come faranno a risolvere questa problematica in cui tanti sono incappati?
Chi è solo o non può andare in un patronato o magari non è in grado di navigare sul web come fa? Capisco che sono procedure che bisogna seguire, ma qui mi sembra che si stia perdendo di vista l’umanità”.
A Eugenia Paola e a Marco, che hanno sempre la Sicilia e l’Italia nel cuore, non resta che sperare che la pensione che consente loro di vivere arrivi nel più breve tempo possibile, perché si trovano già in uno stato di grande necessità.

Lo sblocco della pensione

Poche ore dopo la pubblicazione del nostro articolo, ad Eugenia Paola arriva da Citibank una mail nella quale si legge: “Le confermiamo che la sua esistenza in vita è stata convalidata in data 18 giugno 2021. La informiamo, pertanto, che la sua pensione sarà riattivata per il mese di luglio 2021. Nonostante, per la rata del mese di giugno, dovrà contattare il polo Inps di competenza per avere più informazioni riguardo alla riemissione del pagamento”. Vengono dunque forniti i contatti telefonici e mail dell’Inps. A conclusione della mail si legge: “La informiamo, inoltre e in merito alle future campagne di esistenza in vita che, purtroppo CitiBank accetta soltanto i certificati di esistenza in vita telematicamente se inviati attraverso i patronati. Le forniamo a continuazione il link del sito internet di CitiBank dove potrà trovare i recapiti per i patronati”.

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