Le ong si difendono e rispondono alle accuse alle polemiche di questi giorni sulle presunte collusioni con i trafficanti. Dopo Save the Children ecco le dichiarazioni risposta di altre ong.

“Se ci sono prove rispetto alle gravissime accuse nelle operazioni o nelle fonti di finanziamento delle Ong che operano nel Mediterraneo nella ricerca e soccorso in mare dei migranti, chiediamo che emergano quanto prima. Fino a quando non saranno definite eventuali responsabilità, continuare a generalizzare non solo non è utile a fare chiarezza ma contribuisce a creare un generale clima di sfiducia di cui rischiano di farne le spese bambini, donne e uomini in fuga”. Così Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

“Sono polemiche sterili. La verità è solo una: nessuno vuole aiutare queste persone. Questi politici stanno facendo la campagna elettorale sulla morte delle persone. Se ci sono delle evidenze che le tirino fuori. Tutto il resto è fumo, è una macchina del fango”. Lo afferma Regina Catambrone, fondatrice del Migrant Offshore Aid Station (Moas) al Sir, l’agenzia dei vescovi italiani.

“Vogliono criminalizzare la solidarietà e spaventare i cittadini. Io – prosegue Catambrone – non mi difenderò perché so che sono pulita. Stanno creando una politica del terrore. Siccome non riescono a fare politiche serie, buttano fango su chi ha portato umanità. Ho letto che stanno facendo una indagine conoscitiva ma a oggi non ho mai parlato con alcun procuratore”. Catrambone afferma di “non aver mai ricevuto soldi” dal magnate Soros e di ricevere fondi solo “tramite una piattaforma mediatica da tanti privati che vogliono donare”. “Io li odio i trafficanti: sono la feccia della feccia del mondo”, sottolinea.

“Mi facciano vedere i bonifici che attestano ch io ho preso soldi dai trafficanti o che i trafficanti fanno le telefonate. Il mio telefono è sotto controllo, lo so, non ho niente da nascondere. Portate le evidenze, i fatti”. La fondatrice del Moas dice di ricevere “tweet di odio, continue minacce, mi augurano la peggiore morte possibile”.

“Che lo dicessero chiaramente e terminassero la frase: la volontà delle nazioni è farli morire in mare – afferma -. Perché l’organizzazione umanitaria lavora a favore dell’umanità. Invece quella è disumanità. La classe politica – prosegue – non dovrebbe lavorare contro le organizzazioni umanitarie ma per le riunificazioni familiari, i resettlement e le relocation negli altri Paesi europei, perché le migrazioni non si fermeranno mai, moriranno solamente più persone. E loro vogliono farli morire in mare perché voi non li vediate”.

“È necessario aiutare queste persone – conclude – in mare e nel loro Paese di origine. Servono corridoi umanitari e vie legali che funzionano per non affidarli delle mani dei trafficanti. Perché altrimenti rimarranno in Libia finché non riusciranno ad imbarcarsi. Non può continuare questo genocidio”.

“Strano che un Procuratore vada in tv a dire certe cose senza avere degli atti in mano. Faccio appello al ministro della Giustizia affinchè intervenga. Escludo in modo assoluto che le Ong possano essere coinvolte in queste attività illecite. Il Movimento 5 stelle non ha letto il rapporto di Frontex, dicano chiaramente che non vogliono i migranti. Se non hanno soluzioni politiche non se la devono prendere con le Ong”. A dichiararlo è Giovanni Lattanzi, dell’ associazione delle organizzazioni italiane per la cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi) ai microfoni di Radio Cusano Campus.

“Se ci sono delle prove ci dica dove sono le prove – aggiunge Zuccaro – Io non riesco a capire che cosa porta questo procuratore a denigrare il lavoro serio di molte organizzazioni che stanno facendo un lavoro importante, cioè quello di non far morire essere umani che fuggono da guerre e soprusi. Faccio appello al Ministro della giustizia affinchè intervenga su questo attacco politico e giudiziario”. Lattanzi esclude “in modo assoluto che le ong possano essere coinvolte nelle attività illecite di cui si parla. Sono tutte organizzazioni ultra controllate da tutti i ministeri e hanno un controllo sul bilancio perchè si tratta di bilanci pubblici”.

“Le conclusioni si tirano alla fine, non prima”. Lo dichiara Andrea Iacomini Portavoce dell’Unicef in Italia, commendando il caso Ong. “Gettare discredito sulle Ong senza prove ufficiali è un metodo oramai consolidato che abbiamo imparato a conoscere in questi anni in tante altre situazioni. È facile, ma non si fa, getta gravemente fango su tutti coloro che operano per salvare vite umane, spesso bambini disperati e innocenti lo voglio ricordare, facendo di tutto l’erba un fascio, è inaccettabile.

Il Procuratore di Catania oggi ha fatto della affermazioni importanti vedremo gli atti concreti, le indagini e alla fine gli italiani potranno esprimere un giudizio”, è detto in una nota. “Desidero esprimere solidarietà a tutti i colleghi delle Ong impegnati ogni giorno in un grande e massacrante lavoro che non ha precedenti nella storia compresi quelli dell’Unicef e di Intersos. Se qualcuno ha sbagliato pagherà ma non possono sbagliare tutti quando ancora non sono stati individuati ufficialmente i responsabili. È vile anche solo pensarlo.

Riporta a metodi delatori tipici del Ventennio fascista. Aggiungo che mai in questi mesi da certi settori del Parlamento è uscita una sola parola di condanna verso chi mette in fuga questi uomini e soprattutto bambini ogni giorno dai loro paesi con bombe, abusi, violenze di ogni genere oppure affamandoli. Su quelli non si pronuncia nessuno anzi, in molti casi ci si schiera per tenerli al loro posto mentre attuano veri e propri genocidi. È assurdo”, ha concluso Iacomini.

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