Arrestati altri due partecipanti alla cruenta sparatoria del 2020 a Catania tra due clan mafiosi. La svolta grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia che hanno permesso di trovare ulteriori riscontri. Si tratta dell’ennesima tranche investigativa di questo fatto di sangue che sfociò in due morti e diversi feriti. A finire in manette Giuseppe Auteri e Giovanni Agatino Di Stefano, entrambi di 42 anni,  indagati per le ipotesi di reato di “plurimo tentato omicidio aggravato dalla metodologia e dalla finalità mafiosa” e “porto e detenzione illegale di armi”. Ai due arresti si arriva a conclusione di complesse indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dai carabinieri.

I motivi

Dal recente ampliamento del quadro investigativo è emerso che Auteri e Di Stefano avrebbero preso parte allo scontro a fuoco schierati con il clan Cappello. Avrebbero esploso numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di tre persone della fazione avversa. L’individuazione dei due è avvenuta grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Carmelo Liistrio e Michele Vinciguerra, rivelatesi fondamentali per far luce sulla partecipazione ai fatti. Ma anche sullo specifico ruolo svolto dai due indagati nel corso del conflitto a fuoco. Sembrerebbe che il conflitto a fuoco sarebbe scaturito da contrasti personali insorti tra Gaetano Nobile e Carmelo Di Stefano per questioni di gelosia legate alla frequentazione di una ragazza. La sparatoria sarebbe avvenuta anche perché i due gruppi avrebbero voluto dimostrare la rispettiva supremazia nel controllo delle piazze di spaccio.

Gli sviluppi investigativi

Il provvedimento rappresenta un ulteriore sviluppo investigativo relativo ad uno dei più cruenti fatti di sangue registratisi negli ultimi anni nella provincia etnea. Si tratta dello scontro a fuoco che si verificò in viale Grimaldi a Catania l’8 agosto del 2020. A fronteggiarsi, come emerse dalle indagini immediate, gli esponenti del clan Cappello-Bonaccorsi e quello dei Cursoti Milanesi. Un conflitto che costò la vita a due persone, diversi furono i feriti. Una prima operazione, denominata “Centauri”, aveva già portato nell’aprile 2021 all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 14 soggetti. Altri 5 erano stati fermati nell’immediatezza dei fatti nell’agosto 2020 e altri 4 arrestati all’esito della sentenza emessa dal Gup del tribunale di Catania nel giugno del 2022.
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