Studenti liceali e universitari mobilitati contro il G7 di Taormina. E’ fitto il calendario di eventi che accompagnerà la città di Catania fino al 26 e il 27 maggio.

Oggi si terrà a Catania un’assemblea studentesca regionale. Alle 17 in via Montevergine 8 è stata indetta da studenti e studentesse di questa città un’assemblea regionale studentesca che vedrà la partecipazione di moltissimi studenti dalle altre città siciliane come Palermo, Lentini e Giarre.

“Così gli studenti di scuole e università – spiega  Lara Torrisi, studentessa dell’Università di Catania,  “stanno iniziando ad organizzarsi per costruire ed organizzare l’opposizione al G7 dentro i luoghi della formazione. Siamo stanchi – continua – di chi ci sfrutta sin da giovani, e di chi decide su di noi e sul nostro futuro. Tutti gli ultimi governi, da Berlusconi a Gentiloni, hanno distrutto pezzo per pezzo scuole e università. In linea con l’ UE, – dichiara ancora – i luoghi della formazione sono diventati luoghi in cui si produce, si lavora, (come ad esempio con l’alternanza scuola-lavoro), mentre dovrebbero essere luoghi in cui noi sviluppiamo senso critico, costruiamo il nostro sapere e la nostra cultura personale: Il G7 rappresenta questo: i grandi del mondo che decidono sul nostro futuro, e noi, anche stavolta, non abbiamo nessuna possibilità di incidere sulle loro decisioni. Non ci stiamo, vogliamo decidere sul nostro futuro”.
Il 26 e 27 maggio si terrà a Taormina (provincia di Messina) un vertice del cosiddetto G7. Il G7 è l’incontro di sette tra le più grandi potenze globali; parteciperanno, dunque, i capi di Stato di Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Canada e Italia con le rispettive delegazioni.
Trump, Angela Merkel, Hollande, il Primo ministro Italiano Paolo Gentiloni si vedranno in Sicilia per confrontarsi su alcuni temi specifici: cyber controllo, smart city e sicurezza delle città contro il terrorismo.
Al di là dei temi specifici, sarà per loro l’occasione per confrontarsi sugli equilibri economici e sui nuovi scenari di guerra a livello mondiale.
Ancora una volta i “grandi” del pianeta (non ci saranno Cina e Russia) si riuniscono per decidere le sorti del mondo e garantire gli interessi delle lobbies. E decidono di farlo in un posto simbolo: Taormina, la Sicilia.
La Sicilia è la zona d’Europa col più alto tasso di disoccupazione; alla Sicilia appartiene l’attuale primato nel saldo delle migrazioni; la Sicilia delle strade che crollano, dell’acqua razionata ai cittadini, dei collegamenti che non esistono; è, appunto, Taormina, uno dei luoghi più turistici dell’Isola: il simbolo di uno spazio “eccezionale” che stride con i paesaggi, naturali e umani, che la circondano; una cittadina concessa al consumismo dei ricchi turisti di passaggio nel Mediterraneo.
In questi luoghi tanto significativi arriveranno questi capi di Stato; arriveranno gli americani che hanno pensato alla Sicilia come zona dove installare un sistema radar militare denominato “Muos” a forte impatto di inquinamento elettromagnetico. Arriveranno i francesi le cui multinazionali hanno comprato praticamente tutta l’acqua pubblica disponibile nella nostra isola e ora si apprestano a mettere le mani sul business dei rifiuti; ci sarà Gentiloni, esponente del Partito Democratico e marionetta gestita dallo stesso ex premier Renzi che ha ridotto la Sicilia a territorio tra i più poveri d’Europa.
“Quella del G7 a Taormina può essere, dunque, occasione perfetta per iniziare ad alzare la testa – dicono gli studenti – a ricordarci che i territori sono di chi li vive e sul loro destino deve decidere chi li abita e non 7 capi di stato; ma può essere anche molto di più. Guerra e migrazioni, per esempio, trovano nei partecipanti a questo vertice i principali responsabili di fenomeni che stanno sconvolgendo il mondo e le vite di milioni di persone. E poi c’è la crisi economica, ci sono i mercati e la finanza, le banche e le speculazioni : questo è il sistema con cui i vari capi di Stato si imbarcheranno sui loro aerei privati per arrivare in Sicilia a raccontarci quanto è bello il mondo in cui viviamo”.

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