«Che cosa è successo nel 1968 a Catania? Quali erano i colori politici che la governavano? Quali i sentimenti, le passioni, le aspirazioni, gli svaghi, i crucci dei catanesi? Ho chiesto agli attori di porsi queste domande, proponendo loro di immaginare la vita di verosimili personaggi che avrebbero potuto vivere nel ‘68 a Catania. La compagnia, quasi interamente formata da attori nati molto dopo il 1968, conosce bene la Catania di oggi, ma poco sapeva del suo passato. Era necessario un tempo per l’approfondimento e una riflessione collettiva. Un lavoro che abbiamo fatto e che è durato diversi mesi». Così Nicola Alberto Orofino spiega l’approccio e il lavoro d’insieme che sono alla base di 68 Punto e basta, alle Ciminiere dal 27 al 30 settembre e poi dal 4 al 7 ottobre (ore 21), ultimo titolo del cartellone di “Altrove 2018”, la rassegna itinerante di nuova drammaturgia ideata e prodotta dal Teatro Stabile di Catania nei luoghi storici della città, alla ricerca di una specifica attenzione a tematiche sociali e civili.
Ideato e diretto da Nicola Alberto Orofino, lo spettacolo è itinerante e si articolerà in 4 percorsi – Università, politica, lavoro, società&cultura – che si svolgeranno contemporaneamente e rendono possibile assistere ad un solo percorso a sera. Un invito a tornare per cogliere l’articolazione delle scelte. La drammaturgia, come si è anticipato, è della stessa compagnia; elementi di scena e costumi sono di Vincenzo La Mendola, assistente alla regia è Gabriella Caltabiano, direttore di scena Armando Sciuto, riprese e regia video interviste sono di Enrico Bracchitta. In scena agiscono Roberta Amato, Gianmarco Arcadipane, Alessandra Barbagallo, Giorgia Boscarino, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Egle Doria, Valeria La Bua, Silvio Laviano, Marcello Montalto, Lucia Portale, Luana Toscano. Si ringraziano, per le testimonianze preziose raccontate mezzo secolo dopo, Emma Baeri, Giovanni Calloggero, Anna Di Salvo, Eliana Rasera, Gianni Salvo, Enzo Trantino. Un grazie va altresì ai bambini Guglielmo Cantale, Aurora Caponnetto, Eleonora Corallo, Pierfrancesco Corallo, Giuseppe Cutugno, Arianna Guarneri, Rachele Maggiore, Noemi Tripolone.
Com’era dunque Catania nel Sessantotto? «In quegli anni – risponde Orofino – la città viveva una delle stagioni culturali più intense e proficue: dal teatro allo sport, dall’architettura alla musica. Una colata di calcestruzzo le fa assumere l’aspetto di una metropoli. Catania diventa attrazione turistica. Campeggia lo slogan “dalle nevi dell’Etna, alla riviera dei Ciclopi in 20 minuti”. Comincia in quegli anni il mito della Milano del Sud, il commercio prospera, il futuro appare radioso e splendido… Che cosa è andato storto? Che cosa è rimasto di quel sogno? Oggi il Sessantotto rimane nella memoria collettiva solo come esperienza, parentesi? Un miraggio, una fantasia… Ne siamo sicuri? O forse è un punto di partenza?».
Verso quali obiettivi, in quali direzioni? «Per me – conclude Orofino – il Sessantotto è quella miccia sempre accesa e che non si spegne, come il vulcano che ci minaccia e ci accoglie. Ha il suono inconfondibile delle voci disordinate dei quatteri catanesi, che sono la nostra contestazione perenne. Ha il colore delle basole della città nera da cui sbummica feto e cauru, che sono la nostra lotta dura di sempre. Il Sessantotto è un obiettivo che mai si raggiunge o per mancanza di audacia o per indolenza atavica. E’ un tentativo di cambiamento nel privato, è un amore che ha la forza di esplodere, è una confessione che ha l’urgenza di diventare rivelazione, è una scoperta che si ha il coraggio di gridare in faccia a tutti. 68 Punto e basta non ha la presunzione (non può averla) di raccontare la storia del Sessantotto catanese, ma utilizza l’immaginario di quel periodo per svelare le generazioni successive, i desideri, i crucci, le angosce, le speranze di tutti noi».
Info: teatrostabilecatania.it
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