Il Comitato nazionale No Triv ha scritto ai presidenti della Camera dei Deputati e del Senato, Roberto Fico e Maria
Elisabetta Alberti Casellati, per chiedere di bloccare il decreto di compatibilità ambientale del Governo nazionale relativo a due permessi di trivellazioni nella porzione che comprende le province di Caltanissetta, Enna, Ragusa e Catania per ben 332 km.

Parlamento scavalcato

Secondo quanto indicato nella lettera,  i sostenitori del no alle perforazioni sostengono che la decisione presa dal ministro per la Transizione ecologica, Alberto Cingolani, ha di fatto “scavalcato” il Parlamento che, il 13 febbraio del 2019, approvò “una sospensione  delle nuove istanze di permessi finalizzati alla prospezione, ricerca, coltivazione, di idrocarburi liquidi e gassosi, nonché dei permessi di ricerca in corso di esecuzione già rilasciati, riguardanti sia le aree in terraferma che in mare” scrivono i No Triv.

Bloccare le trivellazioni

Per i No Triv, la scelta del ministro Cingolani va nella direzione opposta del Recovery fund che punta ad investimenti nell’energia “pulita”, per cui rivolgendosi ai due presidenti di Camera e Senato, chiedono che si faccia un passo indietro su via libera alle trivellazioni.

“E’ per questo che alla preoccupazione per i rischi di una pericolosa tendenza -scrive il coordinamento nazionale  No Triv  – alla marginalizzazione strisciante delle prerogative dei territori e dello stesso Parlamento, rilevabile nei provvedimenti di ulteriore semplificazione di Via/Vas/Aia e di ulteriore centralizzazione decisionale, affianchiamo la richiesta di abrogazione del perverso meccanismo delle “proroghe automatiche” delle concessioni estrattive, che oltre a garantire l’assurdo privilegio della loro decorrenza retroattiva, continuano a prorogare titoli già scaduti”.

La denuncia di Di Salvatore

A lanciare l’allarme sulle nuove trivellazioni in Sicilia è stato  Enzo Di Salvatore, costituzionalista e leader del movimento No Triv, che, in un video messaggio, ha denunciato la scelta del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in controtendenza rispetto al suo predecessore, Sergio Costa, che ha ricoperto il ruolo di ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare nei governi Conte I e II.