Non c’è mai fine al peggio e il calcio italiano si prepara a vivere un’altra estate caldissima. Il problema è sempre lo stesso: il calcio scommesse e collegamento tra i giocatori e il mondo della malavita organizzata.
Questa volta nella lente di ingrandimento della magistratura, sono finite due partite di Serie B del 2014: Avellino-Reggina, terminata sul risultato di 3 a 0 e Modena-Avellino, vinta 1 a 0 dai gialloblu retrocessi quest’anno in Lega Pro.
Sette le persone finite in carcere e tre ai domicialiri, tutte affiliate al clan camorrista “Vanella Grassi”
Non mancano calciatori coinvolti: tra gli indagati, infatti, ci sono anche Francesco Millesi, ex giocatore del Catania e attuale tesserato dell’Acireale all’epoca capitano dell’Avellino, e Armando Izzo, giocatore del Genoa convocato da Conte per i prossimi europei in Francia. Indagato anche l”ex calciatore Luca Pini.
Nelle intercettazioni, che fanno riferimento alla partita vinta 3 a 0 dall’Avellino contro la Reggina, si fa riferimento a tre “polpette da mangiare”.
Ma non solo: secondo gli inquirenti Antonio e Umberto Accurso, esponenti del clan Vanella Grassi, avrebbero contattato Millesi offrendogli 200mila euro per truccare la gara con il Modena. 30mila euro, infatti, sarebbero stati consegnati al giocatore attraverso l’intermediario Luca Pini, per convincere gli altri giocatori e, in particolare, Millesi avrebbe “influito” con Maurizio Peccarisi per favorire la rete del Modena.
Secondo l’accusa sulla partita Modena-Avellino gli accurso avrebbero scommesso 400mila euro, guadagnandone 60mila.
Per taroccare la gara Avellino-Reggina, invece, il clan avrebbe offerto 50mila euro a Millesi per corrompere i giocatori della Reggina e favorire la vittoria della squadra irpina.
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