I Carabinieri della Stazione di Bronte hanno denunciato un catanese di 35 anni ed una palermitana di 46, perché ritenuti responsabili di truffa.

Un ignaro 35enne di origini rumene infatti, speranzoso di risolvere con un limitato esborso economico il ripristino dell’airbag della propria autovettura, si è affidato alle lusinghe di un annuncio pubblicato su un noto portale di vendite on line nel quale l’inserzionista gli offriva la possibilità di acquistare, con 500 euro, il ricambio necessario alla riparazione della sua auto.

La vittima pertanto, ha prima contattato il venditore sull’utenza telefonica indicata nell’annuncio e dopo, come da accordi, ha effettuato il pagamento della somma pattuita non appena quest’ultimo gli aveva trasmesso tramite WhatsApp una fantomatica ricevuta del corriere che aveva preso in carico per la consegna il pacco agognato.

Inutile dire che l’acquirente, forse un po’ troppo accomodante, ha aspettato invano la consegna del pacco optando infine, mestamente, per il recarsi in caserma al fine di sporgere denuncia ai carabinieri di quanto accadutogli.

Gli accertamenti effettuati dai militari, poi, hanno loro consentito l’individuazione del titolare della carta prepagata sulla quale è stato effettuato il pagamento, nonché della donna titolare dell’utenza telefonica utilizzata per raggirare la vittima.

Sembrano moltiplicarsi, negli ultimi tempi, le truffe online.
Emblematica una vicenda accaduta nel febbraio scorso: un truffatore seriale triestino è stato arrestato dopo la denuncia di un palermitano.
Su vari siti internet vendeva di tutto: cellulari di ultima generazione, scooter, televisori, orologi, amplificatori musicali, perfino droni.
Tutta merce offerta a prezzi competitivi, comprata ma mai consegnata. Quello che aveva messo su Gabriele Carrozzo, 45 anni, era un semplice ma redditizio sistema di truffe e raggiri. Da Trieste, dove vive, aveva steso una rete in tutta Italia con offerte assolutamente “imperdibili”.
Un professionista di Palermo, che aveva versato 600 euro circa per un orologio di marca, lo ha denunciato aprendo così la strada all’accertamento di altri episodi simili di cui erano state vittime “clienti” di Trieste, Cecina (Livorno), Venezia, Bressanone (Bolzano) e delle province di Udine, Novara, Belluno, Brescia, Brindisi.
Tutti hanno raccontato la stessa storia: offerta, pagamento, nessuna consegna. Alla fine il pm Chiara De Grassi ha citato Carrozzo davanti al tribunale di Trieste.

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