Una turista è stata salvata sulle montagne dell’Etna dal soccorso alpino. Si tratta dell’ennesimo intervento effettuato in questo periodo estivo sulle montagne siciliane in aiuto soprattutto dei turisti. A farsi male una escursionista che è caduta in un percorso accidentato che le ha causato l’impossibilità a proseguire la strada sulle proprie gambe. L’infortunio oltretutto è avvenuto in una zona molto impervia, addirittura distanti mezz’ora dalla strada che era percorribile con i mezzi. Si tratta dell’ennesimo salvataggio effettuato in condizioni davvero estreme.

La caduta

I militari della stazione del soccorso alpino della guardia di finanza di Nicolosi, mentre erano impegnati in una sessione addestrativa sull’Etna, sono intervenuti per salvare una turista di nazionalità francese in difficoltà insieme al personale del Cnsas, il corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. In particolare, attraverso il numero di pubblica utilità “117”, una guida vulcanologica dell’Etna avvisava telefonicamente la sala operativa del corpo che una signora francese, nel corso di un’escursione, era caduta su un terreno accidentato, provocandosi un trauma all’articolazione del ginocchio destro che le impediva di proseguire autonomamente.

Le operazioni di soccorso

Si attivavano quindi le operazioni di soccorso ed i militari del Sagf, già impegnati in attività addestrativa nel comprensorio etneo, si dirigevano immediatamente verso il luogo segnalato, ovvero le bocche effusive dei crateri Barbagallo a quota 2.600 metri sul livello del mare in zona Etna Sud. Individuata la donna, i militari e i volontari del Cnsas provvedevano ad immobilizzarle l’arto dolorante ed a caricare l’infortunata sulla apposita barella Basket. In questo modo venivano successivamente raggiunti i mezzi che erano stati lasciati sulla strada sterrata a circa 30 minuti di cammino dal luogo dell’incidente.

Il trasporto in ospedale

La signora è stata poi trasportata presso il rifugio Sapienza dove attendeva già una autoambulanza condotta dai sanitari del servizio “118” che la prendevano in carico per trasportarla al più vicino nosocomio.

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