La Procura per i minorenni di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio del 15enne reo confesso dell’omicidio della madre, Valentina Giunta, di 32 anni, assassinata nella sua abitazione il 25 luglio del 2022. L’udienza si terrà il prossimo 23 gennaio davanti al Gup Rosalia Castrogiovanni. In quella sede il legale del ragazzo potrà fare richiesta di accesso al rito abbreviato.
Il minorenne ha confessato il delitto
La famiglia della vittima è parte lesa, assistita dall’avvocato Salvo Cannata. Il minorenne aveva confessato il delitto durante un lungo e sofferto interrogatorio davanti al Gip del Tribunale per i minorenni, Maria Agata Russo, durante l’udienza per la convalida del suo fermo per omicidio volontario, eseguito il giorno dopo il delitto dalla squadra mobile della Questura che ha indagato sul caso.
Il delitto maturato in ambito familiare
Il Gip, accogliendo la richiesta della procuratrice Carla Santocono, aveva emesso un’ordinanza cautelare. Gravissimi gli elementi indiziari, aveva sottolineato la Procura, erano emersi a carico del 15enne dalle indagini della polizia che ricostruivano come l’omicidio “fosse maturato in ambito familiare”.
Il 15enne non aveva accettato le scelte della madre
Secondo l’accusa il 15enne non avrebbe accettato la decisione della madre di lasciare la casa e di allontanarsi col fratellino più piccolo dal loro quartiere, San Cristoforo, e dalla famiglia dell’ex compagno della donna.
La procuratrice: “Ostilità alimentate dalla famiglia del padre”
“L’ordinanza del Gip – aveva evidenziato la procuratrice Santocono dopo la convalida del fermo – cristallizza la ricostruzione della condotta materiale del giovane che negli ultimi mesi viveva con la nonna paterna essendosi determinato a lasciare la casa della madre nonostante la stessa avesse mantenuto un atteggiamento protettivo verso il figlio, a fronte delle ostilità alimentate dalla famiglia del padre, detenuto da tempo per gravi reati, anche contro la persona”.
La storia ha scosso l’Italia
La storia di Valentina ha scosso l’Italia. E un interrogativo martellante: come può, un ragazzo, che non ha ancora compiuto 15 anni, uccidere a coltellate la propria madre? Valentina Giunta è morta nella propria casa. A sferrare i fendenti mortali, secondo le accuse, il figlio maggiore: Valentina era infatti madre di un altro bambino di 10 anni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i rapporti tra Valentina e il figlio erano logori da tempo: il minorenne temeva che la madre lo allontanasse dal padre. Valentina inoltre aveva un sogno: voleva lasciare Catania e trasferirsi al Nord Italia, per ricominciare da capo, costruendosi una nuova vita.
La tragedia di Bagheria
Un altro drammatico fatto di cronaca, delle ultime ore, coinvolge un genitore e un figlio. E ci si chiede, ancora, come possano accadere simili fatti. E’ una tragedia che ha lasciato sgomenti in tanti a Bagheria. Teresa Spanò, uccisa dalla propria figlia era una donna conosciuta a Bagheria e Casteldaccia. La donna è morta dopo l’ennesima lite in famiglia finita in tragedia lunedì notte in una palazzina di corso Butera a Bagheria. Teresa Spanò, 55 anni, insegnante in una scuola elementare di Casteldaccia, è stata uccisa dalla figlia diciassettenne.
La ragazza dopo aver tentato di inscenare il suicidio della madre è crollata durante l’interrogatorio della procuratrice per i minori di Palermo Claudia Caramanna, confessando in lacrime il delitto. Agli inquirenti ha detto di aver stretto le mani al collo della mamma fino ad ucciderla ma non ha mostrato pentimento per il delitto.
Sul movente del delitto gli investigatori della squadra mobile e del commissariato di Bagheria stanno ancora cercando di ricostruire il rapporto fra madre e figlia. Secondo i vicini di casa le due donne litigavano tutti i giorni e anche ieri notte chi vive accanto, ha sentito le urla provenire dalla casa di Teresa Spanò. Vivevano solo loro due nella casa di corso Butera. Il padre ha lasciato moglie e figlia molti anni fa e di fatto la vittima ha cresciuto la ragazza da sola. Ma questa vicenda presenta ancora tanti punti oscuri da chiarire.






Commenta con Facebook