La Corte d’assise d’appello di Catania ha rideterminato a 16 anni di carcere la condanna all’ergastolo che era stata inflitta dal Gup, il 13 febbraio 2018, al 23enne libico Nouredine Alhadi Abouzid, per associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e concorso morale nell’omicidio di un migrante suo coetaneo, Osman Kellie, della Sierra Leone. I giudici di secondo grado, accogliendo parzialmente la richiesta del suo legale, l’avvocato Massimo Ferrante, hanno concesso all’imputato le attuanti generiche e rideterminato la condanna e si sono riservati di depositare la motivazione entro 90 giorni.

Il corpo della vittima era arrivato su nave Phoenix del Moas a Catania il 6 maggio scorso con 394 migranti. A ucciderlo, hanno ricostruito diversi testimoni, compreso un suo fratello maggiore, i migranti che gli hanno sparato da un’imbarcazione in vetroresina che scortava un gommone, sul quale era anche la vittima, e due barche di legno, perche’ non aveva ubbidito all’ordine di togliersi il cappellino, che non aveva capito perché non parlava l’arabo. Il ‘gruppo’ sul natante in vetroresina era inquadrato da una telecamera dell’aereo noleggiato dall’Ong Moas che vola vicino alla nave ‘Phoenix’.

Il giovane imputato libico si vedeva con una giacca color cammello mentre saluta i suoi ‘amici’ e si imbarca sulla barca di legno. Per il difensore era soltanto un passeggero che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. E per questo, “certo dell’innocenza del suo assistito”, ha annunciato ricorso in Cassazione per “ottenere la sua assoluzione”.