I droni da Sigonella sono nuovamente in volo verso il quadrante ucraino.  Secondo la ricostruzione del sito flightradar, il drone contrassegnato dal codice Forte 10 è decollato questa mattina alle 11.33 dalla Sicilia. Dai codici di volo, viene indicata come base di partenza quella di Comiso, ma il tracciato rimanda alla pista della base Nato di Sigonella. Dopo aver compiuto alcuni giri nell’area dello Jonio, attorno alle coste siciliane, il velivolo spia si è diretto verso le zone del conflitto, sorvolando la Grecia e la Bulgaria. Dopo aver compiuto una virata verso est, si è diretto verso il Mar Nero, dove è di stanza un notevole contingente della flotta militare russa.  Una volta sopra le acque del mare interno, il drone della Nato è rimasto in posizione di controllo, mappando il territorio per raccogliere informazioni sui movimenti della flotta di Mosca. Dai tracciati si comprende come l’aereo spia abbia sorvolato trasversalmente per parecchie volte quel tratto di mare, per più di quattro ore.

Venti di guerra, due mesi di intercettazioni da parte degli aerei spia

Le missioni dei droni della Nato si sono intensificate a partire dal mese di febbraio. Nella seconda settimana di febbraio il drone Forte 12 aveva compiuto almeno tre missioni.  Nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, il drone della marina statunitense e in forza al contingente Nato di base a Sigonella, si è alzato in volo da un punto del Mar Jonio per attraversare il Mediterraneo orientale e poi fare rotta sul Mar Nero, prima di addentrarsi sul cielo dell’Ucraina.  In quel caso, la missione dell’aereo spia è durata più di 14 ore. La settimana successiva, sempre in partenza da Sigonella,  Forte 12 , è decollato alla volta dell’Ucraina, pattugliando le zone sensibili, sulle tracce dell’ esercitazione militare congiunta tra Russia e Bielorussia. In quel volo, il drone  della Nato non era il solo ospite dei cieli del Mediterraneo. Dalla base britannica di Fairford, infatti, è decollato uno squadrone di B52, i bombardieri tattici nucleari. I giganti del cielo hanno sorvolato il Canale di Sicilia, per poi puntare verso le basi aeree dell’aeronautica russa di Tartus e Lakatia, in Siria.

Cosa sono i Global Hawk

Il modello RQ-4 Global Hawk è costruito  dal Northrop Grumman) è un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) usato dalla U.S. Air Force come  aereo da ricognizione. Il Global Hawk è in grado di fornire un radar ad apertura sintetica (SAR) ad alta risoluzione. Può volare anche in condizioni meteo estreme. Questo drone può sorvegliare quasi 100 000 chilometri quadrati (40 000 miglia quadrate) di terreno di giorno. E’ in grado di operare per 24 ore di seguito per poi ritornare alla base di partenza. I potenziali utilizzi del Global Hawk riguardano la raccolta di informazioni sia in tempo di pace sia durante operazioni militari.  “R” è la designazione del Dipartimento della Difesa statunitense per la ricognizione; “Q” invece viene usato per identificare gli aerei senza pilota. Il “4” è il riferimento alla quarta serie di una proposta di sistema di velivoli non pilotati. Ogni singolo Global Hawk, il cui costo previsto alla progettazione era di circa 35 milioni di dollari, costa attualmente 131 milioni e sommando i costi di sviluppo, si arriva a circa 222,7 milioni di dollari per ciascun esemplare.

Venti di guerra, la Sicilia centrale nelle strategia della Nato

Ancora una volta si conferma la centralità delle basi Nato siciliane nelle azioni di monitoraggio della crisi in corso in Europa Orientale.  Proprio nei giorni scorsi si è conclusa Dynamic Manta 2022, una delle più importanti e complesse esercitazioni antisommergibile della NATO. Si tratta di un’esercitazione pianificata e condotta annualmente dal Comando Marittimo Alleato della NATO (NATO Allied Maritime Command – MARCOM), che si svolge nel Mediterraneo centrale, lungo le coste orientali della Sicilia, mirata principalmente all’addestramento e alla condotta delle operazioni di difesa anti sommergibile.

A Dynamic Manta  hanno partecipato quattro sommergibili provenienti da Francia, Grecia, Italia, e Stati Uniti  e undici navi di superficie provenienti da Canada, Francia, Grecia, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti. L’Italia ha assicurato il supporto logistico  della base navale di Augusta e della base aerea dell’Aeronautica Militare di Sigonella a Catania.

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