Venti di guerra nel Canale di Sicilia. Perché la Russia sta effettuando esercitazioni navali tra Sicilia e Calabria? Per gli analisti militari la risposta è semplice: attraversando il Mediterraneo, quelle unità navali potrebbero raggiungere in poco tempo il Mar Nero. Il Mediterraneo centrale è strategico per potersi schierare rapidamente di fronte alla penisola di Crimea. In realtà, leggendo i report del Ministero della difesa russo, c’è anche un altro motivo. Un motivo che vede al centro proprio la Sicilia con le sue basi militari della Nato.
Venti di guerra, tutto comincia con le esercitazioni NATO di novembre 2021
Per comprendere cosa stia accadendo, è necessario spostare le lancette a novembre dello scorso anno. La tensione tra Stati Uniti e Russia non aveva ancora raggiunto l’apice di questi giorni. Ma le manovre militari erano già iniziate. In quel periodo, la NATO aveva moltiplicato le sue attività di ricognizione aerea e navale. Per la Russia, quelle mosse nello scacchiere del Mediterraneo centrale erano da considerarsi una provocazione, quasi una sorta di accerchiamento preventivo attorno al Mar Nero.
Dalla Sicilia i ricognitori NATO al confine con la Russia
Cosa era successo? Perché la Sicilia si era ritrovata nel bel mezzo di questi venti di guerra? Per comprendere le ragioni che hanno spinto il Cremlino a potenziare la presenza nel Mediterraneo, è necessario ricostruire (è la versione del governo russo, ndr) cosa accadde in quelle ore.
Per il portavoce della Difesa russa, le esercitazioni di novembre 2021 erano delle vere provocazioni: “Nelle ultime 24 ore, gli aerei da ricognizione della NATO hanno notevolmente aumentato i loro voli vicino ai confini della Russia nella regione del Mar Nero. Ricordiamo che il 9 novembre un velivolo da ricognizione e controllo dell’attacco a terra dell’Aeronautica americana E-8C è stato scortato sul Mar Nero dalle forze missilistiche antiaeree della Forza aerospaziale russa”, afferma il report della Difesa russa.
In quei giorni gli episodi di war games aereo si moltiplicano, causando non poca preoccupazione ai vertici militari. Tra il 9 e il 10 novembre 2021, le forze antiaeree russe intervenivano per tre episodi. I primi due casi erano riferiti all’attività di ricognizione strategica di velivoli statunitensi partiti dall’isola di Creta e dalle coste britanniche. Il terzo caso, invece, era tutto “made in Sicily”: “tre aerei da pattuglia della classe “Poseidon” della US Navy sono decollati da una base aerea dell’isola di Sicilia, in Italia, avvicinandosi al confine di stato della Federazione Russa a una distanza di 70 km”, scriveva il ministero della Difesa. Sulla scorta di quegli episodi, lo Stato maggiore russo ha potuto ricostruire la mappa delle potenziali minacce, nel caso in cui la tensione nel Mar Nero dovesse aumentare. In quella mappa da linea rossa è iscritta anche la Sicilia.
Per queste ragioni, sin dallo scorso mese di dicembre, l’Ammiraglio Nikolai Evmenov, comandante in capo della marina militare russa, ha dato il via a un programma di esercitazioni in tutto il mondo. Mediterraneo compreso.
Venti di guerra nel canale di Sicilia, il risiko navale nel Mediterraneo
Così è iniziato il risiko navale nel Mediterraneo. La Russia schiera sei navi da sbarco (Olenegorsky Gorniak, Kaliningrad, Minsk, Georgi Pobedonosets, Kondopoga e la Pyotr Morgunov). Gran parte di questa flottiglia è stata già mandata in addestramento alla fine dell’estate del 2021, nel corso dell’esercitazione ZAPAD (il video del Ministero della Difesa russo si riferisce proprio a quel war game).
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