Nel 2025, l’Italia conferma la crescita del commercio elettronico, che secondo i dati consolidati ISTAT, analizzati dal Centro Sudi di Assoesercenti registra un +6,1% rispetto ad agosto 2024.
Parallelamente, il commercio tradizionale continua a soffrire: nel 2024 sono stati oltre 61.000 esercizi di vicinato, con un rapporto di quasi tre chiusure per ogni apertura. La perdita di attività commerciali conferma la tendenza alla “desertificazione commerciale” denunciata più volte da Assoesercenti.
Dati per categorie merceologiche (Italia, 2025)
Crescita e-commerce:
– Abbigliamento e calzature: +5–6%
– Elettronica e informatica: +6–8%
– Food & Grocery online: +7%
– Beauty & Pharma: +6–7%
– Arredamento / Home: +5–7%
Chiusure negozi fisici per categoria ( Italia 2024 )
– Abbigliamento e calzature: -18.000
– Alimentari e grocery: -7.500
– Arredamento e Home: -5.000
– Beauty & Pharma: -4.500
– Elettronica: -3.500
L’e-commerce nelle regioni italiane
Negli ultimi 10 anni in Italia le imprese dell’e-commerce sono state triplicate. Tra le regioni con il maggior numero di imprese operanti nel settore del commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto effettuato via internet, alla fine del 2024 figurano la Lombardia con 8.545 imprese (il 19,7% del totale), la Campania con 6.484 (14,9%) e il Lazio con 5.088 (11,7%). Alle stesse regioni va il podio della crescita in valore assoluto nel decennio considerato: +6.014 imprese in Lombardia, +5.170 in Campania e +3.499 nel Lazio. La Sicilia si colloca al 8° posto con 2.534 imprese ( 5,84% del totale ).
A livello relativo, invece, la Campania guida la classifica delle regioni con il più alto tasso di crescita percentuale nel decennio (+393,5%), seguita da Calabria (+294,2%) e Molise (+251,1%). La Sicilia si colloca al 6° posto con un tasso di crescita decennale di oltre il 231%. Si tratta di numeri che testimoniano una diffusione trasversale e ormai radicata di queste attività in tutti i territori.
Nel confronto tra province, Napoli conquista il primato assoluto con 4.120 imprese di commercio online a fine 2024, per una quota che rappresenta il 9,5% del totale nazionale. Seguono Roma con 3.999 (pari al 9,2% del totale) e Milano con 3.895 (9%). Napoli si distingue anche per il maggior saldo assoluto nel periodo (+3.418 imprese) e per la crescita percentuale più marcata (+486,9%). Il dato partenopeo evidenzia come la rivoluzione digitale non sia una prerogativa delle capitali economiche del Paese ma un fenomeno distribuito, capillare, con potenzialità forti anche in contesti tradizionalmente meno digitalizzati. Tra le province siciliane, Palermo si colloca al 13° posto della graduatoria nazionale con 691 imprese ( 1,60% del totale nazionale ), Catania al 15° posto con 651 imprese( 1,50% del totale nazionale ), Messina al 34° posto con 321 imprese ( 0,74% del totale nazionale ) e Trapani al 59°posto con 222 Imprese( 0,51% del totale nazionale).
Focus Sicilia
La Sicilia risulta tra le regioni più colpite dalle cessazioni di esercizi commerciali, con migliaia di negozi persi negli ultimi cinque anni. Nel 2024 sono mancate all’appello oltre 10.500 imprese del commercio. Nei primi 6 mesi del 2025 sono cessate oltre 3.460 imprese del commercio. Le categorie più in sofferenza includono abbigliamento e calzature, alimentari di vicinato, arredamento, beauty & pharma. Le province urbane di Palermo e Catania registrano il maggior numero di chiusure.
Commento del Presidente Salvo Politino
“La crescita del commercio elettronico (+6,1%) – afferma il presidente di Assoesercenti, Salvo Politino – non può diventare l’alibi per la scomparsa del commercio di vicinato. Ogni saracinesca abbassata è un pezzo di città che perde servizi, lavoro e identità. Servono interventi concreti su centri storici, digitalizzazione e regole per la concorrenza, per salvare il cuore commerciale delle nostre comunità”.
Le proposte di Assoesercenti
1. Piano nazionale per i centri storici: sgravi, incentivi, rigenerazione urbana.
2. Fondo per la digitalizzazione dei negozi: formazione, omnicanalità, voucher tecnologici.
3. Regole per la concorrenza digitale: trasparenza marketplace, lotta a pratiche sleali.
4. Incentivi per categorie strategiche: alimentari di prossimità, abbigliamento tradizionale, arredamento.
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