Il tribunale dei Ministri ha archiviato l’indagine nei confronti del ministro dell’Interno Angelino Alfano che era indagato per abuso d’ufficio in relazione al trasferimento del prefetto Fernando Guidi da Enna a Isernia. Lo si apprende da fonti del Viminale.
La “totale carenza di indizi a carico del ministro Alfano”, “impongono l’archiviazione del procedimento”. Lo scrive il tribunale dei ministri nell’ordinanza con cui ha archiviato l’indagine nei confronti del titolare del Viminale sottolineando che è “evidente la mancanza, in capo al ministro, di tutti i presupposti oggettivi e soggettivi” del reato ipotizzato.
Il fascicolo era stato inviato al tribunale dei ministri, competente a giudicare per i reati ministeriali, dalla procura di Roma che a sua volta aveva ricevuto gli atti dalla procura di Enna. Oltre ad Alfano, erano indagati il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, il suo segretario particolare Ugo Malagnino, l’ex senatore Pd Vladimiro Crisafulli e il presidente dell’università Kore di Enna Cataldo Salerno.
L’inchiesta riguardava in particolare la gestione della facoltà di medicina ‘Dunarea de Jos’ di Galati (Romania), aperta ad Enna in collaborazione con la società ‘Fondo Proserpina di cui Crisafulli era amministratore unico.
Nel corso delle indagini erano emersi dall’intercettazione dei tentativi di Crisafulli di ottenere il trasferimento del prefetto di Enna che aveva avviato il procedimento per il commissariamento della fondazione Kore.
Secondo la procura di Enna, si legge nell’ordinanza di archiviazione, da alcune conversazioni telefoniche “emergevano con chiarezza le insistenti pressioni effettuate da Crisafulli su Malagnino…finalizzate ad indurre il ministro Alfano, tramite l’intervento del viceministro Bubbico, a proporre al Consiglio dei ministri il trasferimento” del prefetto Guida”.
Le pressioni avrebbero avuto inizio a novembre del 2015 e avrebbero raggiunto il culmine il 24 dicembre del 2015, con Malagnino e Crisafulli che festeggiavano la decisione del giorno prima del Cdm con la quale era stato deciso il trasferimento di Guida da Enna ad Isernia.
Ricevuti gli atti, il Collegio per i reati ministeriali ha ascoltato lo stesso prefetto Guida, il capo della segreteria del viceministro Bubbico, Rosanna Rabuano, e il capo del dipartimento per le politiche del personale del Viminale, il prefetto Luigi Varratta. Alla luce delle audizioni e dopo aver acquisito l’intera documentazione sulla vicenda, il tribunale ha deciso di archiviare l’indagine nei confronti del ministro.
“Gli elementi che emergono dalle conversazioni intercettate tra i suddetti soggetti – si legge nell’ordinanza – non consentono di ritenere che le pressioni esercitate da Salerno e Crisafulli sul Malagnino siano pervenute, direttamente o indirettamente, alla persona del Ministro”. Archiviando il procedimento nei confronti di Alfano, il tribunale si è dichiarato incompetente per le posizioni di Bubbico, Malagnino, Crisafulli e Salerno e ha dunque disposto la “restituzione degli atti al pm per il prosieguo”.
Le indigni svolte dal tribunale dei ministri, si legge ancora nell’ordinanza, hanno accertato che “la procedura di trasferimento del prefetto ha seguito le regole usualmente utilizzate in casi analoghi”, come riferito da diversi testimoni. “Elemento, questo, che esclude che vi sia stata alcuna violazione formale di norme”.
Lo stesso Guida fu chiamato dal capo di gabinetto del ministro, Luciana Lamorgese, il giorno del Cdm affinché esprimesse o meno il suo gradimento alla nuova sede ed inoltre, quando è stato sentito, “ha precisato che espresse il suo gradimento…trattandosi di sede più vicina a Roma”, dove aveva i suoi interessi familiari.
Sempre Guida, inoltre, ha messo a verbale che nei giorni successivi al trasferimento, Lamorgese “aveva sollecitato il suo contributo all’adozione del provvedimento di commissariamento” (della fondazione Kore, ndr) “in considerazione del fatto che egli era ben a conoscenza degli atti per aver avviato il procedimento”.
Infine, il commissariamento fu effettivamente disposto dal vice prefetto vicario di Enna, Tania Giallongo. “Alla stregua di tali elementi – scrive il tribunale dei ministri – può, in conclusione, affermarsi che il trasferimento del prefetto Guida non ha cagionato allo stesso alcun danno e che il complessivo atteggiamento tenuto dal gabinetto del ministro Alfano e, conseguentemente, dallo stesso ministro…è stato sempre improntato sin dall’agosto del 2015 al sostegno coerente all’iniziativa del prefetto Guida di avviare la procedura di commissariamento della fondazione Kore e di perseguire tale finalità, così mostrando che i contrari interessi non hanno avuto alcuna incidenza sulle decisioni adottate”.
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