La “Domenica delle Palme” è la domenica che precede la Pasqua ed è il giorno in cui si ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, in sella ad un asino, che venne acclamato dalla folla e salutato con rami di palma che venivano agitati festosamente per rendergli onore. In ricordo di questo evento la liturgia della “Domenica delle Palme” si svolge iniziando all’esterno della chiesa dove si radunano i fedeli per la consueta benedizione dei rami di ulivo o di palma che vengono sollevati in cielo, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.
Dal momento che, in questo momento storico, unico nel suo genere, di emergenza sanitaria globale, non ci è possibile recarci, come di consueto per chi è cristiano, ad assistere in chiesa alla liturgia della “Domenica delle Palme” possiamo preparare un dolce di origini antiche che, con il suo colore candido, ci trasmette le sensazioni di pace, serenità e speranza di cui abbiamo bisogno.
Si tratta del ” Biancomangiare “ un antico dolce siciliano morbido e profumatissimo che deve il nome al candore degli ingredienti che lo compongono, latte e mandorle. Si tratta di una pietanza preparata già in epoca medievale che si diffuse in Italia, principalmente in Sicilia, verso il XII secolo, dove è presente in molti ricettari dell’epoca.
In origine il biancomangiare non aveva una ricetta specifica, bensì era una preparazione medievale basata sulle presunte qualità del colore bianco, simbolo di purezza e ascetismo. Si trattava, dunque, di un cibo destinato alle classi altolocate, ed era caratterizzato dal colore degli ingredienti, tutti rigorosamante di colore bianco, che prevalevano nella sua elaborazione, come petto di pollo, latte, mandorle, riso, zucchero, lardo, zenzero bianco, solo per citarne alcuni.
Vista la varietà degli ingredienti riconducibili al colore bianco, si trattava di una ricetta sia dolce che salata che veniva interpretata in modo diverso anche in base alle diverse aree geografiche e, quindi, non esisteva solo un biancomangiare bensì tanti tipi.
In Sicilia è tipico, soprattutto, nel modicano nella sua versione dolce che è quella che, nel tempo, ha avuto la meglio sulla salata. In genere la preparazione prevede l’uso del latte, mentre quella modicana è preparata con il latte di mandorla con la variante delle colline del Platani dove vi è l’uso di amido di frumento e scorza di limone oltre alla bacca di vaniglia, così da avere un dolce più leggero. La ricetta ragusana include, ancora, anche il limone e la cannella e il miele ibleo. In ciascuna delle varianti ne deriva un cremoso dolce al cucchiaio che, una volta messo a raffreddare in forme di terracotta, sorprenderà i sensi per il suo gusto delicato e il profumo inebriante che viene utilizzata anche per farcire il Trionfo di Gola.
Di seguito, vi proponiamo la ricetta del biancomangiare ricordandovi, inoltre, che sul sito di InSicilia,
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