È stata inaugurata al Parco archeologico di Naxos la mostra di Giuseppe Agnello “Arcadio. Terre in moto”. Quindici installazioni che ricreano figure umane e vegetazione riuscendo a cristallizzare in ogni opera il trauma del momento in cui gli esuli incontrano per la prima volta nel 734 a. c. la terra di Naxos.
L’esposizione – curata da Alessandro Pinto e promossa dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità
siciliana, dal Parco Archeologico Naxos Taormina e da Civita Sicilia – vuole raccontare a quasi tre mila anni di distanza
questo punto di cesura nella storia: quando la cultura greca arcaica si incontra e scontra con un’altra civiltà. Ieri come
oggi, da Calcide Eubea come dalla Libia, gruppi di persone partono per viaggi di non ritorno con la speranza di trovare una
nuova terra e iniziare una nuova vita. Lo scultore indaga questo trauma, attraverso la storia e l’archeologia, utilizzando un linguaggio che trascende quello scientifico e verte invece sulle sensazioni e suggestioni dettate dal Parco archeologico di Naxos.
“È stata una sfida confrontarmi con un ambiente carico di storia – racconta Giuseppe Agnello – Naxos, la prima colonia
greca di Sicilia, fondata da uomini costretti a fuggire dalla loro patria non può che riportarci alla situazione che stiamo
vivendo oggi. ‘Terre in moto’, il titolo della mostra, vuole sottolineare proprio questo movimento continuo dell’uomo e della natura».
L’artista scava tra le rovine e nella storia di Naxos fino a scorgerne gli archetipi elementari che fonde in forme
nuove e universali raccontandoci un evento lontano ma non passato fatto di uomini, di terra e di natura”.
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