Accertamenti irripetibili di tipo biologico sono stati eseguiti dalla polizia scientifica di Palermo sull’Opel Corsa di Viviana Parisi.

Li ha disposti il Procuratore di Patti su sei campionature effettuate il 6 agosto scorso sull’auto della donna per verificare l’eventuale presenza di profili genetici ed eventuali future comparazioni. Esami che, aggiunti a particolari emersi dall’autopsia sul bambino, fanno riprendere quota alla tesi che Gioele possa essere rimasto ferito mortalmente nell’incidente stradale sulla A20.

“Alla luce degli esami strumentali eseguiti sui resti cadaverici del bambino, è necessario approfondire gli accertamenti allo scopo di verificare eventuali correlazioni “causa-effetto” tra alcune particolari lesioni rilevate in sede autoptica e le caratteristiche dei luoghi, ma non solo”.

Lo afferma, dopo l’autopsia, il direttore del Centro investigazioni scientifiche (Cis), Luca Chianelli, consulente nominato dai legali dei genitori di Viviana Parisi, gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza.

“Anche le superfici dell’abitacolo della Opel Corsa – aggiunge – dovrebbero essere valutate nella medesima ottica comparativa: la dinamica del sinistro e l’eventuale presenza di specifiche tracce biologiche all’interno dell’autovettura potrebbero dare corpo ad una prima lettura della fase iniziale della successione degli eventi”

Al termine di tutte le operazioni avremo un quadro definitivo e completo, al momento si tratta di agire per singoli passaggi non tralasciando alcunché ed evitando di perdere elementi che potrebbero essere utili. Siamo un gruppo ben affiatato abbiamo diverse professionalità che cooperano e collaborano nelle attività cercheremo di fare del nostro meglio per ottenere tutto il possibile dal cadavere”.

Lo ha detto il medico legale Elvira Ventura Spagnolo, perito della Procura di Patti, al termine dell’autopsia sui resti del bambino trovato nelle campagne di Caronia e che si ritiene si Gioele. “E’ stata fatta la tac come prima indagine – ha ricostruito – dopo di che abbiamo proceduto con la collaborazione dell’ entomologo e dello zoologo forense alle varie attività di ispezione, analisi, prelievo di campioni che naturalmente richiederanno ulteriori approfondimenti. I passaggi successivi – ha annunciato – saranno ulteriori analisi sia sugli indumenti sia sui resti. Ci sono stati sempre assegnati 90 giorni di tempo per la relazione. È importante agire nel miglior modo possibile e non tralasciare nulla di ciò che il cadavere può fornire al termine si avranno i risultati”.

“Se esiste una ferita di arma da taglio sul corpo del piccolo Gioele non lo possiamo dire, non abbiamo la possibilità di fare una valutazione del genere. Non abbiamo concluso le analisi e non possiamo sapere se c’è un riscontro del genere”. Lo dice il medico legale Daniela Sapienza, perito della Procura di Patti, al termine dell’autopsia a Messina. “Scoprire come è morto – aggiunge – mi sembra una cosa, in via aleatoria, possibile. Ma dobbiamo vedere gli elementi che il corpo ci fornisce e li valuteremo. Purtroppo ci sono dei fenomeni cadaverici e trasformativi molto importanti e questo rende impossibili alcune valutazioni macroscopiche che in altri casi sarebbero un riscontro oggettivo. Ci sono fenomeni trasformativi e l’effetto della macrofauna e della microfauna – spiega l’esperta – che rendono ovviamente difficile qualsiasi riscontro e valutazione. Abbiamo cominciato a fare alcuni esami su alcuni resti e dovremmo ovviamente continuare affinché riusciamo a raccogliere qualsiasi elemento di giudizio che abbia un riscontro di natura oggettiva che possa servire agli inquirenti”.

Il biologo forense Salvatore Spitaleri, del Centro di investigazioni scientifiche, tra i consulenti di parte nominati dai legali della famiglia Parisi, gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, ha affermato di essere “fiducioso che questi accertamenti porteranno a dei risultati positivi e potranno dare una spiegazione a quanto accaduto”. L’esperto ha sottolineato che “sullo stato delle ossa” dei resti del bambino “hanno agito gli animali”..

“Sono ottimista di mio – aggiunge – dopo 30 anni trascorsi al Ris ho una certa esperienza. Sono convinto che si potrà fare qualcosa. Non è il momento adesso di dire niente e questo è soltanto l’inizio. Bisogna fare altri accertamenti al momento è troppo prematuro. Sono fiducioso se si saprà come è morto.

Per il legale della famiglia Parisi, l’avvocato Nicodemo Gentile,ha ribadito che “Ci vuole prudenza, anche se stanno emergendo degli spaccati che fanno pensare si possa trattare di una tragica fatalità. Bisogna avere pazienza ed essere molto cauti. Al momento non ci sono punti fermi”.

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