Ore di ansia alle Eolie per le sorti di un capodoglio rimasto intrappolato in una rete da pesca illegale. Il grosso cetaceo è ferito e gli attivisti dell’associazione “Filicudi Wildlife Conservation” stanno lottando da oltre due giorni per salvarlo. Sono, infatti, ormai 48 ore che una squadra di sub con biologi e guardia costiera al seguito sta lavorando al largo dell’Isola di Salina, nelle Eolie, per liberare il capodoglio rimasto impigliato e ferito in una rete da pesca illegale.

“Il cetaceo sembra impazzito – dice il biologo e sub Carmelo Isgrò,- e non favorisce le operazioni. Pensavamo che dopo 24 ore si sarebbe stancato e invece non facilita il nostro lavoro”. “C’è tanta amarezza e tanta rabbia per queste maledette spadare illegali che ancora una volta sembra abbiano avuto la meglio su uno dei giganti del mare più belli e maestosi che esistano al mondo – aggiunge Monica Blasi, biologa di Filicudi Wildlife Conservation-pronto soccorso tartarughe marine – Abbiamo vegliato e monitorato ‘Furia’ mentre i sommozzatori lavoravano per liberarla, abbiamo misurato il suo pattern di respirazione in continuo, prima e durante l’intervento di rimozione, e registrato le sue vocalizzazioni acustiche con l’idrofono per valutare il suo stato di salute e misurare comportamento e livelli di stress”.

Durante questo tempo il cetaceo si è spinto verso nord a circa 15 miglia dalla costa delle isole Eolie e, nonostante la matassa di rete che le rimane attorcigliata sulla coda, il suo spirito vivace e una grande voglia di vivere le hanno fatto compiere apnee prolungate di addirittura 40 minuti. Ripetuti i tentativi da parte dei sommozzatori della Guardia Costiera per rimuovere completamente la rete dalla coda. Ancora un grande lavoro di squadra per amore del mare che ha visto coinvolte Guardia Costiera di Lipari, il nucleo sub di Napoli, il pattugliatore Peluso, motovedette della locale Capitaneria nonché il Diving Muciara e altri diving e volontari locali. “Domani faremo un’altro tentativo – dicono gli attivisti – per ritrovare Furia e segnalarla ai sommozzatori per un altro tentativo”.