“Consumatori Associati comunica che la Commissione Tributaria Provinciale di Messina con sentenza depositata l’uno febbraio 2019 ha accolto il ricorso dei nostri legali contro una ‘cartella pazza’ notificata a gennaio del 2018 che si riferiva a tributi dell’anno 2012. Se il comune non fa qualcosa lo stesso potrebbe avvenire per tutte le cartelle inviate quest’anno”.

A comunicarlo il presidente nazionale di Consumatori Associati l’avvocato Ernesto Fiorillo, che aggiunge: “Si tratta di un importante risultato che va letto nel contesto delle 28.000 “cartelle pazze” giunte per l’anno di imposta 2013. Il Comune di Messina è stato condannato a pagare circa mille euro per spese legali, comprensive di Iva. Il principio adottato, chi sbaglia paga, dovrebbe fare riflettere i Funzionari Comunali e soprattutto il Sindaco. La sentenza accoglie la tesi sostenuta dalla difesa del contribuente secondo cui non si possono notificare dopo sei anni avvisi relativi a tributi che sono definitivamente prescritti. Il termine di prescrizione infatti, matura al 31 dicembre del quinto anno successivo. Nel caso trattato, per l’imposta 2012 la “Cartella” era stata notificata il 10 gennaio 2018. Il Comune di Messina era stato anche invitato all’annullamento dell’atto in autotutela ed alla mediazione, ma aveva scelto di insistere nel suo atto illegittimo”.

“Consumatori Associati che si avvale di un Team di professionisti coordinato dall’avvocato Giuseppe Gentile impegnati a fornire assistenza ai cittadini messinesi per resistere alle ingiuste “cartelle” – conclude Fiorillo – auspica che tutti i provvedimenti vengano annullati in autotutela. Ciò perché gli stessi, comunque, sembrano presentare delle anomalie tali che potrebbero renderle comunque nulle.
E semplice ipotizzare, allora, il danno erariale che potrebbe procurarsi il Comune stesso: mille euro a cartella anche solo per la metà delle “cartelle” trasmesse porta alla cifra15 milioni di euro: tanti, troppi soldi, per un Comune che sta lottando per pagare i suoi creditori con lo sconto del 50% ed evitare il dissesto. Una manovra insensata, costata già 200 mila euro per la sola notifica delle “cartelle”.