Sabato, dolorosamente, Villa Piccolo ha dovuto annunciare la chiusura. Una pagina triste per la Sicilia e per la cultura. Il luogo incantato della bellezza siciliana, la casa che fu della famiglia Piccolo di Calanovella, del poeta Lucio, e dei suoi straordinari fratelli, Casimiro e Agata Giovanna, il luogo dove furono scritte pagine memorabili del romanzo italiano più letto al mondo, “Il Gattopardo”, costretta a chiudere i battenti per mancanza di fondi.
Un duro atto d’accusa, quello del consiglio di amministrazione, contro la Regione siciliana, che non avrebbe versato le somme dovute per un errore di rendicontazione di 50 centesimi.
Adesso il Cda, composto da Giuseppe Benedetto, Aurelio Pes, Andrea Pruiti Ciarello e Alberto Samonà invia una lettera aperta a Carlo Vermiglio, assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana.
Ecco il testo integrale della lettera:
Caro Assessore,
apprendiamo dalla stampa che “Il dipartimento ha proceduto all’accertamento di quanto incassato”; a tanto dovremmo rispondere “alla buon’ora!” ma non lo abbiamo fatto e non lo facciamo. Evitiamo di polemizzare direttamente con Lei.
Finora non abbiamo fatto il Suo nome. Si chieda perché. È stato l’estremo tentativo di sperare nella resipiscenza della classe politica.
Abbiamo appreso della Sua smentita che, evidentemente, non smentisce affatto quanto da noi stigmatizzato. Anzi conferma, clamorosamente, quanto da noi denunciato. Né avrebbe potuto essere altrimenti.
Potremmo regalare una calcolatrice all’Assessorato per evitare ai solerti funzionari di fare tanto faticosi e complessi conti, senza strumenti adeguati.
Preferiamo, invece, esortarLa ad evitare di “difendere gli indifendibili”. Neanche Walter Block ci riuscirebbe e Lei, da vecchio liberale, ha sicuramente letto il libro di Block.
Assessore, non rivendichiamo denari ma offriamo opportunità. Questa è la Fondazione Piccolo!
Come potrà constatare produciamo cultura, anche quando protestiamo tanto vibratamente.
Vi è un momento, però, in cui la misura diviene colma ed una reazione necessaria. La Fondazione Piccolo, nel suo stile, alle sterili proteste preferisce esporre le proprie progettualità.
Ci permettiamo di invitarLa a Villa Piccolo e capirà cosa diciamo e facciamo per la nostra Sicilia.
Lei, a differenza di tutti i Suoi predecessori e nonostante i nostri inviti, non ha mai ritenuto di doverci fare visita. Per Sua stessa ammissione, non è mai stato qui e non conosce Villa Piccolo.
E questo è un problema tutto Suo.
Eppure Lei è messinese. Vive nella stessa provincia di Villa Piccolo.
Esca dalle stanze e abbandoni le scartoffie di un assessorato che, con i fatti, rischia di essere inutile, se non dannoso.
Avremo così modo di sottoporLe quello che in queste ore si sta dicendo e scrivendo della Regione Siciliana. Ne trarrà qualche motivo di seria riflessione.
In occasione della chiusura della Villa abbiamo annunciato la straordinaria scoperta del 36° acquerello magico di Casimiro Piccolo.
Oggi ci chiedono già di poterlo visionare ed ospitare i più importanti siti culturali italiani.
Avremmo preferito che Lei dedicasse qualche attenzione a questo importante evento, piuttosto che alla convocazione dei suoi solerti funzionari. Non la invidiamo!
Troppi assessori si sono succeduti in questi anni, di loro non ricordiamo spesso il nome e forse neanche il volto.
Purtroppo la Sua burocrazia resterà, resisterà al tempo e agli uomini. Essa è immortale, come il Gattopardo.
D’altronde, di cosa parliamo assessore ?
Non si tratta forse degli stessi personaggi, della stessa “buropazzia”, così definita dal noto giornalista d’inchiesta, Sergio Rizzo, sul Corriere della Sera, in un illuminante reportage del 19 novembre dell’anno scorso ?
Ricorda assessore, Renzo Arbore nella storica trasmissione “Indietro tutta!” canzonava un vizio tutto italiano con il ritornello “andiamo a regolamento …” ?
È lo stesso “regolamento” dietro cui si nascondono i Suoi burocrati.
Si tenga lontano da quel mondo che non Le appartiene.
Lei è un professionista che presto, molto presto, tornerà al suo studio e ai suoi Studi. Lei stesso si definisce prestato, molto temporaneamente, alla politica.
Le auguriamo un radioso futuro per la sua professione di avvocato, che tanto egregiamente ha svolto”.
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