Erano circa le 20.30 del 15 Gennaio 1998, quando a Messina si verificò un agguato con modalità mafiose, criminali.

Vittima di quella nefasta circostanza, a suo tempo, fu l’endoscopista professor Matteo Bottari genero dell’ex Rettore dell’Università di Messina Guglielmo Stagno D’Alcontres.

Da poco uscito dalla Clinica Cappellani sul viale Regina Elena, presso la quale il professionista collaborava privatamente, durante il tragitto per far rientro a casa, Bottari poco prima del semaforo tra il viale Annunziata e la Nuova Panoramica dello Stretto, fu attinto in pieno volto dai colpi d’arma da fuoco che gli furono esplosi contro.

La vettura del medico, priva di controllo dopo il fatto di sangue andò a schiantarsi poco dopo il semaforo del suddetto incrocio.

A distanza di 18 anni, sono rimaste inevase le motivazioni ed il movente dell’omicidio così come mandante ed esecutore del fatto di sangue.

Negli anni però, non sono mancati colpi di scena e parvenze di verità però in quest’ultimo caso mai confutate da alcuna prova, come il coinvolgimento del professor Giuseppe Longo, morto suicida negli anni scorsi ma prosciolto dalle accuse che lo condussero in carcere, o anche una audio cassetta che avrebbe potuto far intendere che alcuni imprenditori, avvocati ed ex magistrati coinvolti nell’operazione Gioco d’azzardo della Procura Generale di Reggio Calabria, sapessero dettagli dell’omicidio.

Anche nell’ultimo caso, però, i fatti non sono risultati veritieri e non si è potuti pervenire ad alcuna verità, che dopo 18 anni lascia ancora un velo di mistero sull’efferata uccisione di Matteo Bottari.