Un giro di false fatture per potersi accaparrare finanziamenti non dovuti dall’Unione Europea. E’ quello che ha scoperto la guardia di finanza nel Messinese e riguarda due imprenditori che gestiscono tre consorzi e una società sportiva. Gli elementi probatori sono stati confermati dalla Corte di conti che ha disposto il sequestro dei beni per un giro di presunti finanziamenti pari a 1,4 milioni di euro.

Danno erariale

I finanzieri del comando provinciale di Messina hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro emesso dalla Corte dei conti per un’ipotesi di danno erariale conseguente a episodi di indebita percezione di finanziamenti dell’Unione Europea, erogati quali aiuti e sovvenzioni a società attive nel settore dell’agricoltura. La complessa attività investigativa, condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Messina, ha consentito di individuare un consolidato meccanismo illecito che vedeva coinvolti tre consorzi di Capo d’Orlando facenti capo ad un’unica compagine societaria, oltre ad una nota società sportiva locale, anch’essa risultata beneficiaria dei contributi indebitamente percepiti.

Giri di fatture per spese inesistenti

L’analisi delle risultanze investigative ha consentito di contestare l’esistenza di un articolato schema di reciproca fatturazione di costi non esistenti, praticato dai tre consorzi coinvolti, con lo scopo di costruire una falsa rappresentazione delle differenti realtà aziendali e nella prospettiva di creare i presupposti formali per ottenere indebitamente dei contributi dell’Unione Europea. Valorizzando gli elementi probatori acquisiti, la Corte dei conti di Palermo ha richiesto ulteriori specifici approfondimenti finalizzati ad evidenziare i possibili profili di responsabilità amministrativo-contabile per il danno erariale emerso dalle indagini.

Ricostruite le responsabilità

Con questo obiettivo, sulla scorta di un’ulteriore specifica delega attribuita al nucleo di polizia economico finanziaria di Messina, si è provveduto a ricostruire le ipotesi di responsabilità nei confronti di due soggetti, coinvolti quali referenti delle società oggetto di accertamento. Per uno, in particolare, risultato amministratore di fatto dei tre consorzi, la Procura contabile ha richiesto mirati accertamenti patrimoniali e quindi proposto l’adozione di un provvedimento di “sequestro conservativo”.

Cosa è stato sequestrato

Il provvedimento, mirato a salvaguardare gli interessi dell’erario attraverso il blocco dei beni fino al raggiungimento della somma che si considera indebitamente percepita, ha consentito di sottoporre a sequestro beni immobili e quote societarie per un importo complessivo quantificato pari a 1,4 milioni di euro.

Articoli correlati