Arriva il sequestro di alcuni beni per l’ex presidente di Sicindustria e Vice presidente di Confindustria nazionale, Antonello Montante, condannato in secondo grado a 8 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico.

Gli immobili sequestrati a Montante

La Corte d’Appello di Caltanissetta, presieduta da Andreina Occhipinti, ha accolto la richiesta avanzata dall’avvocato Raffaele Palermo, legale del Comune di Caltanissetta, in merito al sequestro conservativo dei beni di Antonello Montante. Per l’ex leader di Confindustria Sicilia è scattato il sequestro di tre beni immobili a Serradifalco, due in via Dante Alighieri e uno in via Polizzi, per un valore complessivo di oltre 40mila euro, considerati anche iva, spese forfettarie e interessi. Nominato anche il custode giudiziario.

La verità giuridica secondo i giudici d’appello

Per Antonello Montante la Corte d’Appello di Caltanissetta ha ridotto la condanna di primo grado ma ha confermato le accuse e la consistenza del reato. E’ stato condannato a 8 anni. In primo grado aveva avuto 14 anni. Condannati anche alcuni componenti del suo “cerchio magico”, accusati a vario titolo di corruzione, rivelazione di notizie coperte dal segreto d’ufficio e favoreggiamento. A 5 anni è stato condannato il capo della security di Confindustria Diego Di Simone (il gup gli aveva dato 6 anni e 4 mesi), a 3 anni e 3 mesi il sostituto commissario Marco De Angelis, (4 in primo grado).

Le assoluzioni

Assolti il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta, che in primo grado aveva avuto 3 anni, e Andrea Grassi, dirigente della prima divisione dello Sco che aveva avuto un anno e 4 mesi.

Montante ricorrerà in Cassazione

“Rispetto al primo grado c’è stato un ridimensionamento, anche se ovviamente non siamo assolutamente soddisfatti e quindi proporremo ricorso per Cassazione. Resta il problema dell’associazione che non riteniamo proprio configurabile. Alcune ipotesi di corruzione, se pure ridimensionate, non sono rispondenti a quelle che sono le nostre ricostruzioni” ha detto l’avvocato Carlo Taormina, difensore dell’ex leader di Sicindustria. “Noi riteniamo che il rapporto di do ut des tra Montante e la polizia o la Finanza non sia mai stato provato”, ha aggiunto. “Già la sentenza di primo grado aveva sancito l’estraneità del questore Andrea Grassi a ogni rapporto opaco. Oggi , con la completa assoluzione gli è è stato ridato anche l’orgoglio di dichiararsi, come fatto dalle prime battute delle indagini, un uomo dello Stato”. Lo affermano i difensori Cesare Placanica e Walter Tesauro esprimendo “soddisfazione” per la sentenza emessa oggi dalla corte d’appello di Caltanissetta.