Il giorno dopo la tragedia è quello in cui si cercano risposte alle domande che a caldo vengono subito a galla. Com’è accaduto?. Cosa non ha funzionato? Perchè ci si è spinti dove forse non ci si doveva spingere? Accade anche oggi per la sciagura del traghetto Sansovino che ha spento le vite di tre marinai mandandone altri tre in ospedale di cui uno in gravissime condizioni.

Le tre vittime: Gaetano D’Ambra, Christian Micalizzi, Santo Parisi chiedono giustizia .  Dai sindacati subito la richiesta “di mettere sotto gli occhi di tutti l’urgenza di un immediato intervento legislativo di adeguamento delle norme che disciplinano la sicurezza nei porti egi sulle navi”.

Ancora una volta sul banco degli imputati la mancanza di controlli “Il punto è che, nel pubblico e tra i privati, stenta a crescere la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro: troppo pochi gli ispettori. E l’idea, dura a morire, che la sicurezza sia un costo, non una risorsa”.  Lo denuncia la Cisl Sicilia. Per Mimmo Milazzo e Giorgio Tessitore, segretario generale e componente della segreteria regionale della Cisl Sicilia, “gli organi di controllo della sicurezza sono sottodimensionati e ridotti spesso a poche unità per territorio provinciale”. Inoltre le aziende, non di rado, sono portate a concepire l’informazione e la formazione sulla sicurezza “un onere da aggirare e marginalizzare e non un’opportunità, anche ai fini della produttività aziendale”. La Cisl sollecita istituzioni e imprese a ripensare l’approccio ai temi della sicurezza, anche in ottemperanza alle disposizioni di legge. E, in una nota, manifesta “il cordoglio del sindacato per la tragica scomparsa dei marittimi, sulla nave Sansovino della Caronte & Tourist”.

Ma mentre la magistratura indaga cresce la rabbia per una tragedia inspiegabile. “Siamo costernati e molto arrabbiati – hanno detto, a caldo, il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese e il segretario provinciale del Fim Cisl, Nino Alibrandi – Pensiamo alle famiglie, al valore del lavoro in questo territorio, a quanto non si debba mai abbassare la guardia. La sicurezza è il dovere del giorno prima non il rammarico per ciò che si doveva e poteva fare. Non bastano le leggi se non vengono applicate, non basta nessuna giustificazione e non esiste mai nessun motivo valido per non tutelare la salute dei lavoratori. Non esiste nessuna giustificazione economica né organizzativa”.

Tonino Genovese e Nino Alibrandi si rivolgono anche alla Prefetto Ferrandino. “Convochi presso i suoi uffici il tavolo del lavoro già costituito, anche sulle tutele della sicurezza nel lavoro, presso l’ispettorato per dare concretezza agli atti conseguenti. Giusto e doveroso ricercare le responsabilità, ma quei lavoratori strappati ai loro affetti non torneranno a casa”. 

Sulla stessa lunghezza d’onda anche le reazioni del mondo politico come quella del parlamentare di Area Popolare Gianpiero D’Alia: “La tragedia di ieri – osserva l’ex ministro – ripropone il tema della sicurezza sul lavoro, tema sul quale non bisogna mai abbassare la guardia in un Paese, come il nostro, e in particolare in Sicilia, dove si continuano a registrare ogni anno un numero elevato di morti bianche. Spero – conclude – che le indagini interne, quelle degli inquirenti e delle forze dell’ordine possano fare chiarezza sui motivi di questa sciagura”.

Ed oggi pomeriggio anche il Governatore Rosario Crocetta ha voluto portare la sua solidarietà ai familiari delle vittime di Messina. 

Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha detto: “Una tragedia che ci lascia sgomenti e senza parole. In questo momento il nostro pensiero va alle famiglie dei lavoratori che hanno perso la vita. Auspichiamo che le diverse inchieste aperte facciano luce sulle cause del grave incidente e che i feriti possano, al più presto, essere dimessi dall’ospedale”. Il Parlamento siciliano ha osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.

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