Sono dieci gli indagati, tra amministratori e impiegati pubblici e privati, per la frana che nell’ottobre del 2015 invase l’autostrada Messina-Catania.

L’ipotesi di reato contestata dalla procura messinese è di disastro ambientale e falso ideologico. Oltre alla notifica degli avvisi di garanzia è stato disposto anche il sequestro di tutto il costone, nel territorio di Letojanni, che sovrasta l’autostrada.

“Da un sopralluogo aereo – spiega il procuratore aggiunto di Messina Giovannella Scaminaci – è emerso che non solo non è stato messo in sicurezza il costone, ma che gli sversamenti continuano”.

I magistrati hanno spiegato di avere proceduto per disastro ambientale, perché “non si tratterebbe di un semplice smottamento”.

Intanto c’è apprensione perché, come è noto, il prossimo maggio Taormina ospiterà il G7 e l’intera zona sarà sotto i riflettori di tutto il mondo: “Ci auguriamo – ha aggiunto Scaminaci – di non arrivare al G7 con il costone sotto sequestro. Il provvedimento è finalizzato a non utilizzare questi tratti e questi terreni se non al fine della messa in sicurezza”.

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