Due progetti per la messa in sicurezza di aree sottoposta a dissesto idrogeologico sono stati avviati dal l’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Si tratta di contrada Ringa a San Pier Niceto e dell’area di Limina.
Risale agli anni ’80 il primo, e unico, intervento di consolidamento di una delle zone di San Pier Niceto inserite nel Piano per l’assetto idrogeologico e classificata R4, vale a dire ad alto rischio. Si tratta di contrada Ringa, che si trova sul versante sud-est del centro abitato del Comune del Messinese. Un’area profondamente degradata sotto il profilo geomorfologico, come stanno a dimostrare gli smottamenti del terreno e le lesioni sugli edifici. Qui l’Ufficio contro il dissesto idrogeologico ha avviato l’iter per definire il consolidamento dell’intero versante. La Struttura commissariale ha pubblicato la gara per effettuare le indagini geologiche e geotecniche ed elaborare la progettazione esecutiva dell’intervento per il quale è stato complessivamente stanziato un budget di tre milioni e 800mila euro. Le domande di partecipazione potranno essere presentate entro l’undici novembre.
A Limina invece continuano ad allargarsi e a diventare ogni giorno più profonde le lesioni sui muri dell’antica chiesa di San Filippo D’Agira, situata su una collinetta che si trova nella parte nord dell’abitato e il cui terreno è fortemente instabile. Evidenti segnali di cedimento sono comparsi anche sulla piazzetta antistante, dove sorge il Monumento ai Caduti, e su diverse abitazioni che si trovano nella vicina via Garibaldi. Diventa ormai urgente, dunque, un intervento di consolidamento e di messa in sicurezza dell’intero versante.
L’Ufficio contro il dissesto idrogeologico ha già indetto la gara per affidare la progettazione dei lavori. Le domande di partecipazione potranno essere presentate entro il tredici novembre. Lo stanziamento complessivo ammonta a un milione e 750mila euro. Sarà necessario intervenire anche sui sotto servizi fognari e idrici che, ormai danneggiati, continuano a riversare le acque nel sottosuolo innescando i movimenti franosi.
Commenta con Facebook