I carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 33 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, corse clandestine di cavalli, scommesse clandestine su competizioni sportive non autorizzate, maltrattamento di animali, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio. L’inchiesta è stata coordinata dalla Dda di Messina guidata dal procuratore Maurizio de Lucia.
L’operazione ha consentito di disarticolare il clan Galli e di individuare una rete di distribuzione della droga che opera in vari quartieri di Messina. Si è lavorato partendo dagli interessi economici del gruppo criminale diffusi nel territorio e gestiti soprttutto negli orari notturni quando ampie fette della città erano completamente nelle mani degli scagnozzi della famiglia per lo svolgimento delle loro attività.
L’indagine ha documentato, infatti, il controllo della cosca sul business delle scommesse sulle corse clandestine di cavalli organizzate di notte in città e in periferia. Le strade scelte per le gare venivano letteralmente chiuse al traffico da gruppi di giovani a bordo di scooter e moto reclutati dal clan per consentire il passaggio indisturbato dei calessi trainati dai cavalli. Un ulteriore sistema che permetteva il controllo di ampie fette del territorio.
Il clan messinese, secondo gli inquirenti, si rivolgeva alla famiglia mafiosa dei Santapaola di Catania per regolare i rapporti e le controversie sulle gare clandestine tra scuderie messinesi e catanesi che si svolgevano tra le due province.
Tra gli indagati c’è anche un veterinario che dava farmaci agli animali per migliorarne le prestazioni. Nel corso dell’indagine è stata anche ricostruito il patrimonio messo insieme da alcuni degli indagati e per questo sono in corso anche sequestri di beni riconducibili alla cosca in base ai risultati delle investigazioni.
In occasionedell’esecuzione delle misure cautelari sono scattate anche nujeroseperquisizioni che hanno permesso di sequestrare materiale di prova che potrà essere utile nel prosieguo dell’inchiesta
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