Alla sbarra la Mafia dei Nebrodi ha subito una condanna durissima. Novantuno condannati e 10 assolti. Un vero e proprio maxi processo è quello che si è svolto al Tribunale di Patti. L’esito ha portato a condanne per circa sei secoli di carcere e al sequestro di beni per circa 4 milioni di euro.

Mafia dei Nebrodi, ecco il meccanismo delle truffe

Ma come funzionava la truffa che consentiva alla famiglie mafiose di quella zone di appropriarsi dei terreni e ricevere i fondi europei? A Talk Sicilia lo abbiamo chiesto a Nino Amadore, giornalista e saggista. Per la penna de “Il Sole 24 Ore” la truffa della mafia dei Nebrodi si basava su questo meccanismo semplice da attuare e difficile da contrastare: “Attraverso un meccanismo che si chiama usucapione non accertato, ci sono personaggi finiti a processo che si sono intestati in una notte 30 ettari di terreno”.

Come il sacco di Palermo 70 anni dopo

Una storia che rimanda al Sacco di Palermo, quando in una notte vennero siglate migliaia di concessioni edilizie e dei perfetti sconosciuti diventarono improvvisamente costruttori edili.  Ma cosa è e come funziona l’usucapione non accertata: “quella previsione normativa -spiega Amadore –  consente a chi ha avuto il possesso per vent’anni di diventare proprietario di quel bene, di quel bene immobile. L’usucapione non accertata è stato introdotto nella nostra legislazione ed è un meccanismo che dà la possibilità a chi è in possesso di un bene di intestarsi quel bene in attesa di un accertamento successivo sulla sussistenza del diritto”.

Gli accertamenti non arrivano mai

Così, in attesa di un accertamento, che quasi sempre non arriva mai, dei perfetti sconosciuti diventano proprietari dei terreni, potendo così accedere ai finanziamenti europei. “La pronuncia sul diritto reale potrebbe anche non arrivare – afferma Amadore –  perché i terreni di alta montagna valgono pochissimo e sono ormai molto frammentati. Anche la proprietà contadina in montagna è molto frammentata. E’ successo con la riforma agraria che ha distribuito i terreni legittimamente ai contadini per lavorarvi. Ma negli ultimi anni i terreni sono stati abbandonati. I contadini sono morti, spesso avevano 3 o 4 figli. Quella proprietà è andata a tre, quattro figli che magari sono andati in America, in Germania, in Piemonte, Lombardia e quindi non si curano più di quei terreni. Allora ci sono i furbi. Qui entra in gioco il meccanismo dei colletti bianchi. Fanno le verifiche se c’è stata una movimentazione catastale sul terreno. Se il terreno non è stato toccato o non è stato movimentato, se lo intestano come se ne avessero avuto il possesso.  Per questo meccanismo semplice  bastano due testimoni”.

Il legittimo proprietario come può difendersi? “Devi dimostrare che quel diritto di usucapione non esisteva -spiega il cronista del quotidiano di Via dell’Astronomia – e così ci sono nullatenenti che di colpo diventano proprietari di terreni e appezzamenti agrari”.

Chi controlla i flussi dei finanziamenti?

Ci sono responsabilità politiche? “La Regione non ha competenza – sottolinea Amadore –  ma avrebbe dovuto fare di più sul fronte del controllo dei flussi finanziari, magari provvedendo a fare accertamenti su chi ha preso o non ha preso determinati contributi”.

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