Duro colpo alla criminalità organizzata messinese da parte della Procura Distrettuale Antimafia: i carabinieri del ROS (Reparto Operativo Speciale) e del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro beni, emessi dal tribunale di Messina nei confronti di due indiziati di mafia in relazione alle organizzazioni criminali di Tortorici e di Barcellona Pozzo di Gotto.
Il sequestro all’affiliato ai tortoriciani
Il sequestro, finalizzato all’eventuale futura confisca, scaturisce dagli accertamenti di carattere patrimoniale, che hanno consentito di verificare e documentare come uno degli esponenti con ruolo apicale della famiglia mafiosa “tortoriciana”, articolazione dei “batanesi”, attualmente detenuto dopo l’arresto avvenuto il 15 gennaio 2020 nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Nebrodi”, condotta sotto il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, avesse accumulato un patrimonio risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da lui e dai suoi familiari. In particolare, il 31 ottobre 2022, l’uomo, all’esito del processo di primo grado scaturito dall’operazione del 2020, è stato condannato dal tribunale di Patti alla pena di 16 anni e 4 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso, plurime truffe aggravate in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed impiego di denaro di provenienza illecita e trasferimenti fraudolenti di valori, emergendo come un vero e proprio collettore di interessi nel settore degli aiuti comunitari per conto dell’associazione mafiosa investigata.
Il sequestro all’esponente dei barcellonesi
Il sequestro eseguito dai carabinieri del Comando Provinciale è stato emesso nei confronti di uno dei vertici dell’associazione mafiosa della famiglia “barcellonese”, anche lui detenuto poiché condannato, nel 2007, in via definitiva per associazione di tipo mafioso e coinvolto in più vicende giudiziarie, in particolare per la commissione di plurimi episodi di estorsione, che gli avrebbero consentito di ottenere significative disponibilità economiche illecite. L’uomo è stato arrestato il 22 febbraio 2022, nell’ambito dell’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia che ha disarticolato la riorganizzazione del gruppo mafioso del Longano, a seguito della quale, il 3 febbraio 2023, è scaturita la sentenza di condanna, in rito abbreviato, del giudice per l’udienza preliminare distrettuale di Messina, alla pena di 20 anni di reclusione.
I beni sequestrati
I beni sequestrati, intestati anche ai familiari dei soggetti coinvolti, hanno riguardato, per l’affiliato alla famiglia “tortoriciana”, tre imprese agricole di Tortorici e numerose particelle censite al Catasto terreni del Comune di Centuripe (Enna), per un valore complessivo di circa 90mila euro, mentre, per quanto riguarda l’affiliato della famiglia “barcellonese”, un immobile adibito a uso commerciale, situato a Barcellona Pozzo di Gotto, per un valore stimato di circa 50mila euro.
Commenta con Facebook