Nell’arco temporale oggetto d’indagine, che ha preso in esame gli anni 2013 e 2014 e ha riguardato terreni situati nei comuni nebroidei di Gioiosa Marea, Librizzi, Ficarra, S. Angelo di Brolo e Sinagra, le ditte in questione hanno documentato un fabbisogno di lavoro in misura sproporzionatamente superiore a quello effettivamente necessario, quantificato complessivamente in ventiseimila giornate lavorative fittizie.

Le due aziende agricole, facendo risultare avviati al lavoro i rispettivi braccianti agricoli e presentando le dichiarazioni trimestrali di manodopera agricola, hanno pertanto indotto in errore gli enti previdenziali e assistenziali circa l’entità globale e l’attribuzione individuale delle giornate lavorative che sarebbero state impiegate, procurando ai lavoratori un ingiusto profitto pari alle somme di denaro dovute dall’I.N.P.S. a titolo di indennità per disoccupazione, prestazioni per malattie e maternità, assegni familiari e contribuzioni pensionistiche, con
correlato danno economico per oltre quattrocentomila euro.

I due titolari delle ditte individuali, C.G. di 67 anni e F.N. di 36 anni, residenti rispettivamente a San Pier Niceto e Raccuja, in concorso con i centonovantuno falsi braccianti agricoli, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Messina perché ritenuti, a vario titolo, responsabili del reato di induzione al falso del pubblico ufficiale e truffa ai danni degli enti previdenziali che prevede la reclusione da 1 a 5 anni. Come evidenziato, a conclusione delle indagini i finanzieri hanno sequestrato trenta ettari di terreni siti nel comprensorio nebroideo, per un valore di circa trecentomila euro.

L’operazione si inserisce in una serie di controlli realizzati negli ultimi mesi dalle Fiamme Gialle della provincia messinese nella delicata area nebroidea a tutela della legalità dalle infiltrazioni della criminalità.

(Nella foto i terreni sottoposti a sequestro)