Il 7 novembre sarà l’ultima spiaggia. Messinambiente dovrà presentarsi con le carte in regola in tribunale per  evitare il fallimento. Sarà forse l’ultima volta, per capire se sarà veramente fallimento o se ci sarà ancora qualche spiraglio per salvare quel concordato che è stato costruito proprio per evitare la dichiarazione di fallimento della società che gestiva i rifiuti nella città dello Stretto. Anche se ormai sembrano non esserci più margini di legge per agire.

Il giudice Giuseppe Minutoli ha decretato che proprio il prossimo 7 novembre Messinambiente dovrà presentarsi in aula per essere ascoltata prima della chiusura definitiva di un iter che è stato lungo, delicato, complicato e che vale 100 milioni di euro di debiti che Messinambiente ha sulle spalle e che questo concordato ha provato a ridurre a 30 per sanare una condizione economico-finanziaria drammatica.

Il giudice scrive – racconta tempostretto.it – che dalla relazione redatta dai commissari giudiziali dopo l’assemblea dei creditori, depositata lo scorso11 ottobre, risulta che non sono state raggiunte entrambe le maggioranze previste dalla legge fallimentare. Insomma, non c’è stata la maggioranza assoluta per i crediti, soprattutto per il voto negativo dell’Agenzia delle Entrate, con cui Messinambiente ha un debito che sfiora i 57 milioni di euro.

A dettare i tempi è la legge fallimentare richiamata nell’atto che il prossimo 7 novembre porterà Messinambiente in Tribunale che prevede che se nei termini stabiliti non si raggiungono le maggioranze richieste, il giudice delegato ne riferisce immediatamente al tribunale, che deve provvedere ad ascoltare il debitore, in questo caso Messinambiente, prima di pronunciare l’improcedibilità della proposta concordataria.

Ad oggi il concordato è praticamente finito. I creditori non hanno fatto passi indietro, non hanno accettato la proposta che metteva sul piatto 30 milioni di euro per chiudere una partita che ne vale oltre 100.  Probabilmente i legali tenteranno di trovare un altro appiglio per scongiurare la dichiarazione di fallimento.

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